
- Michelangelo Buonarroti, La creazione di Adamo (1511)
Il futuro non è mai fuori di noi, ma dentro,
non davanti a noi, ma dietro,
perché la chiamata ci precede.
Da noi dipende il coraggio di rispondere
perché si compia la novità che ciascuno di noi è già.
Alessandro D’Avenia, Resisti, cuore. L’Odissea e l’arte di essere mortali
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 1,57-66)
In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Mi lascio ispirare
Quanto è importante il nome nella Bibbia! E proprio intorno a questo si discute in questo brano.
Arrivano «vicini e parenti» e hanno un’intenzione precisa: dare a questo bambino il nome di suo padre, come si faceva, come sempre si è fatto, come da tradizione. Sono in tanti a venire nella nostra vita a pretendere di dirci come ci chiamiamo, cioè chi siamo. Si tratta di “vicini e parenti” che ci danno un nome del passato e di solito essi sono ricordi, fraintendimenti, fatti vecchi che spesso sembrano avere una forza cogente.
Essi non hanno nome, ma ci sono. Appunto, proprio come questi vicini e parenti, i cui nomi non conosciamo, ma che sulla base di ciò che è stato pretendono di… chiamarci per nome. Però no, non si chiamerà Zaccaria! E c’è una donna, la madre del bambino, Elisabetta, che dice: «si chiamerà Giovanni». E poi c’è un uomo, il padre del bambino, Zaccaria, che dice: «Giovanni è il suo nome».
Si tratta di un nome nuovo per il quale passa l’azione di Dio nella nostra vita, che non può essere certo imbrigliata nelle consuetudini familiari. Beh, Dio due cose uguali non le fa mai e del resto egli porta con sé la rigenerazione, la promessa di futuro, la novità. Si tratta di colui che dà vita al tutto dal nulla, che trasforma un balbuziente in un liberatore e tante sterili in madri. Non poteva che dar vita ad un nome nuovo, con identità e missione diversi dal passato, che poco hanno a che fare con la storia di suo papà Zaccaria, che da sacerdote frequentava tempio e religiosità ufficiale. Giovanni, che vuol dire “Dio è benevolo” è pensato per molto di più: egli darà «al suo popolo la conoscenza della salvezza».
Schiacciati dal passato, incapaci di sottrarci alle sue maglie, spesso ne restiamo succubi o per lo meno condizionati. Ma Dio agisce per rinnovare tutto, per evitare un altro Zaccaria e dare vita al nuovo: «si chiamerà Giovanni». E tutto questo in un clima di gioia, stupore e lode. Che si chiedano pure: «che sarà mai questo bambino?». Ci interessa solo una cosa: «la mano del Signore era con lui». E dalla nascita di Giovanni a quella di Gesù, il passo è breve…
Insomma, al passato diremo anche il nostro “grazie!”. Ma qui conta dire al presente e al futuro: “sì!”.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Ferite, incomprensioni e fatti del passato quante energie ti rubano?
Se Dio ti desse un nome nuovo oggi, come pensi che ti chiamerebbe? Perché?
Chi nella tua vita conosce il tuo vero… nome?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
23
Dicembre
2025
Chiamati con un nome nuovo
commento di Lc 1,57-66, a cura di Piero Lamazza SJ