
- Foto di Tolga Ahmetler su Unsplash
È uno di quei giorni in cui rivedo tutta la mia vita,
bilancio che non ho quadrato mai.
Posso dire d’ogni cosa che ho fatto a modo mio,
ma con che risultati, non saprei [...]
Ma nonostante tutto io non rinuncio a credere
che tu potresti ritornare qui [...]
E oggi non m’importa della stagione morta,
per cui io rimpianti adesso non ho più
e come tanto tempo fa ripeto «chi lo sa?,
domani è un altro giorno, si vedrà!»
Giorgio Calabrese, Ornella Vanoni, Domani è un altro giorno
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 21,5-11)
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Mi lascio ispirare
Non fermarsi incantati
a bocca troppo aperta
dinanzi a bellezze solenni
forme incastonate
così perfette
da apparire eterne.
Ché il mondo è nato
e potrà tramontare
anche senza il loro sorriso
così ben costruito.
Che confondono pure
nella mischia del vivere
il chiasso
l’insistenza e la minaccia
di chi usa
– per sembrare importante? –
parole infin vuote
(se pazientemente
le schiudi e le annusi
dappresso).
E ancor non ci congeli
la verità così triste
che non solo
l’incalzare degli eventi
talvolta volga all’assurdo,
e il mistero della malattia
e del dolore innocente,
ma pure che noi
ci si eserciti a prendere gusto
a riempire la storia di sangue
e ingiustizia,
travestiti malamente
con qualche bandiera,
presto sfrangiata.
Che la fine arriva
e forse è possibile
prepararsi ad abbracciarla
coll’occhio e col cuore
del compagno
che l’ha già attraversata
squadernandola.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
A quali bellezze, idee o perfezioni rischio di attaccare troppo il cuore? Cosa sento davanti alla prospettiva che forse non sono queste a fare la differenza?
A quali grida, eventi, immagini posso dare il potere di congelarmi nella paura, nella rabbia, nella tristezza?
Ricordo una persona che ha affrontato con cuore libero dei passaggi delicati. Da dove attingeva la forza? Che cosa mi insegna la sua vita?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
25
Novembre
2025
A cuore libero sull’orlo della fine
commento di Lc 21,5-11, a cura di Matteo Suffritti SJ