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La conoscenza di sé non garantisce la felicità, ma ci avvicina alla felicità e può darci il coraggio di lottare per essa.
Simone de Beauvoir
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 6,12-19)
In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.
Mi lascio ispirare
Poi verrà il giorno – anche se inizia con la notte – che ci viene presentato come «in quei giorni». E quel giorno è anche ora. Gesù esce e sale sul monte, da solo. Ha bisogno di tempo per sé, per stare con il Padre. Quando scenderà dal monte il mattino dopo sceglierà le dodici persone che lo accompagneranno negli anni successivi e vivranno a stretto contatto con lui; scelta non da poco.
Nei momenti complessi, prima di una scelta importante, serve tempo: tempo per ritrovarsi, per capire dove si vuole andare e come.
Nella corsa delle nostre giornate, spesso ci dimentichiamo di fermarci. Eppure proprio quel fermarsi è ciò che ci permette di tornare in contatto con noi stessi, con ciò che desideriamo davvero, e di scegliere con consapevolezza e autenticità.
La preghiera è questo: stare davanti a Dio così come siamo. È ritagliarsi un momento per guardarsi con il suo sguardo, quello di un Padre che ama. E quando ci riconosciamo amati – davvero amati – allora possiamo scegliere con coraggio la strada che porta alla vita. Che non vuol dire non dover affrontare difficoltà o fallimenti ma avere la consapevolezza che possiamo giocarci davvero con fiducia le nostre carte certi che il Signore non ci abbandona lungo la strada ma sempre cammina a fianco a noi.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando sento il bisogno di “salire sul monte” e trovare momenti per mettermi alla presenza del Padre?
Come vivo le mie scelte?
Che scelte faresti se sentissi la consapevolezza di essere sempre, comunque, pienamente amata/o?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
28
Ottobre
2025
Riconoscersi amati
commento di Lc 6,12-19, a cura di Tomaso Roncallo