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Ipocrisia,
questo sorriso che nasconde il pianto
Altro non è che maschera dipinta
Vorrei gridarlo che io sto fingendo
E che di gelosia io sto morendo
Angela Luce, Ipocrisia
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 12,1-7)
Intanto si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: “Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze. Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri”!
Mi lascio ispirare
Persone che si calpestano a vicenda: si radunano per Gesù ma non si accorgono di chi hanno vicino. E Gesù attacca il discorso sull’ipocrisia… La parola ipocrisia etimologicamente richiama il “separare, fare una distinzione”: quando mi separo dentro di me, quando divento sia l’attore sia il personaggio che interpreto, allora divento “ipocrita”; quando do troppa voce al personaggio che sto impersonando a scapito del vero me, della mia voce unificata e unificante, allora mi sdoppio, mi scindo. Allora cerco Gesù e calpesto gli altri e ritengo che vada bene così, o – forse – non mi pongo neppure il problema.
La prima ipocrisia che Gesù affronta è quella del dire. Vuoi trovare veramente te stesso, te stessa? Fai l’inventario delle tue voci interiori (in questo senso nascoste) perché tutti noi siamo più di una voce, accoglile, da’ loro ospitalità cordiale e poi cerca ciò che le unifica: quello/quella sei tu! Quella è la realtà di te creatura dietro, sotto (ipo-, dal greco “sotto”) le tue parole, le tue azioni, le tue decisioni, le tue manifestazioni: la tua consistenza!
Poi c’è la separazione paura/non paura. La morte del corpo fa paura… ma dovrebbe far più paura la morte dell’anima – da cui la metafora della Geènna che carbonizza la vita, le relazioni, l’amore: è la morte dell’anima. Chi ha potere di far morire l’anima, certo, fa paura! Eppure chi ha il potere di annientarmi si occupa dei passerotti e considera importante ogni singolo mio capello!
Qui Gesù tenta di disinnescare la sottilissima ipocrisia della paura che separa la creatura dal suo creatore, i figli dal loro Padre: è l’ipocrisia del serpente, padre di ogni ipocrisia.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Faccio un breve resoconto dei miei contatti, non quelli della rubrica e/o dei social, ma quelli reali: in che modo li guardo, li ascolto, li lascio esistere?
Faccio l’inventario delle tre mie ipocrisie più evidenti e le metto davanti al Signore. Come mi fa sentire?
Cosa di me non sono mai riuscito a guardare con tenerezza? Lo affido al Signore.
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
17
Ottobre
2025
L’inventario delle ipocrisie
commento di Lc 12,1-7, a cura di Andrea Piccolo SJ