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Il tempo è relativo, il suo unico valore è dato da ciò che noi facciamo mentre sta passando.
Albert Einstein
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 10,25-37)
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».
Mi lascio ispirare
Ci insegnano a essere educati. A rispondere con cortesia alle domande, ad alzarci per lasciare il posto alle persone anziane, a non parlare ad alta voce in treno, a ringraziare per i favori ricevuti, a non usare parolacce. Ma questo basta? Il diametro della nostra vita si esaurisce in forme di galateo? La domanda del dottore della legge, nella sua impaziente impertinenza, ci mette di fronte a un orizzonte molto più ampio: la vita eterna, che è vita senza fine e vita profonda.
Nelle parole del Vangelo di oggi i cuori inquieti dell’uomo e della donna contemporanei trovano lo specchio dei loro desideri più veri. Quattro domande (“Che cosa devo fare?” “Che cosa leggi?” “Chi è il mio prossimo?” “Chi si è fatto prossimo?”) scandiscono il ritmo dell’incontro tra l’uomo della legge e il Signore. Ciò che inizia come sfida si inoltra nel racconto di gesti di incredibile concretezza. L’orizzonte vertiginoso e radicale si incarna nell’ascolto dei moti del cuore e nelle scelte di qualcuno, il buon samaritano, che decide di “perdere tempo”. Buffo corto circuito: per raggiungere la “vita che non ha fine”, occorre “perdere tempo”.
Il samaritano si commuove, ha compassione. A differenza del sacerdote e del levita, che temono di rendersi impuri per il contatto con il sangue di un estraneo, l’eretico samaritano si ferma, modifica i propri programmi, cambia le priorità e “perde tempo”: fascia le ferite, versa olio e vino, carica il ferito sul proprio cavallo, si muove al passo lento di un cammino probabilmente attento a evitare scossoni, arriva in una locanda e si prende cura ancora dell’uomo ferito per tutto il resto del giorno. Si impegna per il futuro, dando denaro e promettendone altro per le cure ulteriori.
La vita eterna è qui, ora, nella capacità di farsi prossimi di chi è nel bisogno, è nell’avventura di lasciarsi toccare nella propria umanità e di rispondere con umanità. La vita è eterna quando ciò che conta è la persona nel bisogno accanto a me. Nella nostra quotidianità forse non incontreremo persone ferite ai bordi della strada, ma probabilmente ci sono solitudini, abbandoni, esclusioni, ferite per bullismi, prepotenze, tradimenti di cui possiamo prenderci cura e per cui possiamo “perdere tempo”, per avere indietro tutto “il tempo che conta”.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quali occasioni ti capita di pensare alla vita eterna che promette il Vangelo?
Quando ti è capitato di trovarti nella condizione dell’uomo malmenato e qualcuno si è fatto prossimo e si è reso cura di te come il buon samaritano?
A chi puoi farti prossimo nella vita quotidiana? Senti che nel tuo farti prossimo/a c’è in gioco qualcosa di più che una semplice cortesia?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
6
Ottobre
2025
Il tempo che conta
commento di Lc 10,25-37, a cura di Diego Mattei SJ