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Cosa farai, Dio, se muoio?
Perderai un battito nel cuore dell’eternità?
Raccoglierai i miei errori con la pietà del perdono?
O rimarrai in disparte a guardarmi svanire nell’oscurità?
Ora che il canto si spegne, mi resta una speranza
che sia l’amore a custodire la nostra fragile essenza
forse la risposta vive in un battito che avanza
oltre la soglia dei giorni, nel mistero dell’assenza.
Max Serra, Cosa farai, Dio, se muoio?
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 18,21-35; 19, 1)
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette , ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano.
Mi lascio ispirare
Sappi, in Dio Amore
il cuore caldo scioglie
ogni fredda ragione
Pensa, la pietà dell’Amore
è fine a sé stessa
per questo libera
in ognuno l’essenza
Senti, la differenza
fra la mente che pensa
per questo esclude
e un cuore che vive
per questo include
Prega, di sentire il tuono
quando la ragione sbarra la porta
e spalanca una strada il perdono.
Inginocchiamoci, fratello mio
di un Amore così bello
è capace solo Dio
Chiediamo, all’Uno
per ognuno il suo pezzo:
così regna in Terra
l’intero Universo
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Chiedo la Grazia di sentire la libera, leggera bellezza del perdono: dove la sento? Cosa sento? Provo a descriverla.
A chi sento il bisogno di chiedere perdono? Chi ho bisogno di perdonare per svincolare il cuore dalla ragione?
A volte non sono situazioni concrete che richiedono perdono, quanto piuttosto la nostra relazione intima con Dio: come sto davanti al Signore? Per cosa non oso supplicare pur prostrandomi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
14
Agosto
2025
La Grazia del perdono
commento di Mt 18,21-35; 19, 1, a cura di Giovanni Stefani