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Perché voler essere qualcosa quando si può essere qualcuno?
Gustave Flaubert
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt14,1-12)
In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!». Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta. Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre. I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.
Mi lascio ispirare
Noi non siamo sovrani potenti come lo era Erode, ma in fondo, lui è specchio di ciascuno di noi. Prigioniero del proprio riflesso sociale, si atteggia a persona forte e decisa, ma in realtà non sa chi vuole essere. È un’anima in pena, divorata dal senso di colpa latente e paralizzata dalla paura di tradire l’opinione comune. Tremante all’idea di perdere consenso, ama mettersi in mostra ma non osa ascoltare seriamente il suo cuore.
Il silenzio dell’ultimo passaggio è assordante: i discepoli che, senza clamore, reclamano il corpo di Giovanni per restituirgli un’ultima dignità denunciano con la loro compostezza la meschinità di un’esistenza in balia dell’inconsapevolezza.
Che cosa suscita la figura di Erode? Rabbia? Tristezza? Irritazione? Pena? A me fa tenerezza. Vedo una persona spaventata, che cerca di nascondersi dietro tante maschere. E per questo si comporta in modo pericolosamente infantile usando il suo potere in modo dissennato per accaparrarsi il plauso di chi gli sta intorno.
Eppure, proprio Erode ci porta nel cuore del mistero che siamo. La sua parabola scomoda ci costringe a prendere consapevolezza che quando ci atteggiamo come lui, come lui diventiamo meschini. Denaro, titoli, ruoli, persino la facoltà di disporre della vita altrui: tutto questo non basta per dare consistenza al nostro essere. Per essere umani, è necessario sceglierlo. Voler essere umani nella quotidianità è il livello più evoluto che la nostra coscienza può aspirare. E tu, vuoi essere umano o ti accontenti di qualcosa di meno?
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando ti è capitato di comportarti come Erode?
Cosa ne hai guadagnato? Ne è valsa la pena?
In quale situazione hai avuto chiaro chi volevi essere?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
2
Agosto
2025
Dover essere o voler essere?
commento di Mt14,1-12, a cura di Flavio Emanuele Bottaro SJ