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Abbiamo bisogno di contadini,
di poeti, gente che sa fare il pane,
che ama gli alberi e riconosce il vento.
Franco Arminio, Cedi la strada agli alberi
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 13,54-58)
In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.
Mi lascio ispirare
Gesù torna a casa, ma la sua voce invece che ascoltata è irrisa. Troppo conosciuto a tutti, troppo vicino, troppo umano: non è che «il figlio del falegname».
Eppure, nella concretezza della sua umanità si nasconde il mistero di un Dio che ha scelto di farsi piccolo per farsi grande, che serve per regnare. Un Dio che da creatore “si fa creatura”, restituendo alla finitezza umana sacrale dignità. Questo Dio fatto uomo ha voci e mani e cuore di uomo e questo è ricchezza e non ostacolo. Ma tale ricchezza fa scandalo: chi vuoi che ci creda? Chi vuoi che creda che un uomo possa tanto? Chi vuoi che riconosca Dio nel figlio del falegname?
Anche noi rischiamo di non vedere il sacro che passa nelle cose semplici, nelle persone vicine, nei gesti quotidiani. Di non accogliere l’insegnamento portato con l’esempio, con la testimonianza, con la sequela quotidiana.
Ma per cambiare bisogna credere e per credere è necessaria un’apertura che sposta il centro, che mette a rischio l’equilibrio dell’abitudine. Nello scandalo, allora, riconosciamo la potenza e la novità del messaggio rivoluzionario dell’amore a tutti i costi, dell’amore fino alla fine. E facciamoci anche noi profeti, se non in patria, nel mondo: non smettiamo di raccontare con le nostre parole, con la nostra vita, la bellezza della nostra storia d’amore.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quali momenti della mia vita faccio fatica a riconoscere la presenza di Dio perché “troppo vicino”?
Quali sono le verità o i cambiamenti che, come Gesù nella sua patria, mi risultano scandalo e mi sfidano a uscire dalla mia zona di comfort?
In che modo la mia fede apre o chiude lo spazio perché Dio possa agire nella mia vita e in quella degli altri?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
1
Agosto
2025
Sacralità quotidiana
commento di Mt 13,54-58, a cura di Verena M.