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La libertà, nella sua più alta espressione, consiste nel dare tutto e nel servire gli altri.
Fëdor Dostoevskij
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 20,20-28)
In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Mi lascio ispirare
Oggi possiamo contemplare una richiesta particolare che viene fatta dalla madre di Giacomo e Giovanni a Gesù: che i suoi figli possano sedere alla sua destra e alla sua sinistra, cioè occupare posti di onore nel Suo regno.
Gesù, davanti a questa richiesta, desidera fare entrare tutta la famiglia nella logica che lui è venuto a portare: non quella del potere ma quella dell’amore.
Non colui che, sedendo in un posto privilegiato, occupa un incarico prestigioso, ma chi si china davanti ai piedi di suo fratello per servirlo è davvero entrato nella logica del suo regno. Gesù stesso sta insegnando questo con tutta la sua vita: il vero re è colui che si mette al servizio dei fratelli.
Chiediamo al Signore la grazia di poter scoprire ogni giorno della nostra vita il modo in cui metterci ai piedi di chi ci sta vicino per servirlo, così come ci ha mostrato il Maestro.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quali situazioni/relazioni della mia vita sento di abbracciare la logica di amore di Gesù e in quali, invece, quella del potere?
Con quali gesti ho la possibilità di sentire che mi sto mettendo al servizio del prossimo?
Quali sentimenti mi abitano quando vivo nella logica dell’amore al prossimo e quali, invece, in quella del potere?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
25
Luglio
2025
Non il potere, ma l’amore
commento di Mt 20,20-28, a cura di Sara Zaccarini