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La realtà è per chi non riesce a sostenere il sogno.
Slavoj Žižek
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 20,24-29)
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Mi lascio ispirare
Sono tutti impazziti. Vogliono così tanto rivederlo che stanno avendo un’allucinazione collettiva. O qualcuno li sta ingannando. Anche io vorrei che questi ultimi giorni fossero solo un brutto sogno, ma non si può andare avanti con un’illusione, si deve sempre partire dalla realtà dei fatti.
Lo abbiamo visto soffrire e morire. Sì, la visione del regno di Dio di cui parla è meravigliosa, ha fatto miracoli incredibili e seguirò sempre quello che diceva quando era in vita. Ma non ci si può lasciare andare al delirio. Semplicemente, le bugie su di lui hanno vinto, il potere ha vinto, la violenza e la codardia hanno vinto. Gli uomini non si meritano il nostro maestro.
Ora mi guardano tutti sorridendo. Le porte sono chiuse perché siamo spaventati, ma sbatto le palpebre e lui è lì, come se non se ne fosse mai andato, in mezzo a noi come se stesse tornando da una passeggiata. Sgrano gli occhi, anche lui mi guarda sorridendo. Mi mostra le sue mani, mi dice di toccarle; quando non rispondo mi dice che posso anche mettere una mano sul fianco. Non può essere nessun altro che lui. È tornato, ma non tutto è come prima. Le sue mani portano il segno del dolore. La terribile realtà c’è stata, la morte anche e ora capisco: non ha mai voluto negarlo. La sofferenza esiste, anche quella più crudele e ingiusta. La malattia rimane, le ferite anche. Semplicemente lui è più forte. Il suo amore è stato più forte. Ha deciso che ne valevamo la pena, che l’ansia, il dolore atroce, l’umiliazione, la morte non l’avrebbero fermato dal dare tutto se stesso per noi.
È a questo che crederò d’ora in poi, anche quando non lo vedrò più: il suo amore è la cosa più reale che sia esistita.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando ti è capitato che la realtà fosse superiore alla fantasia?
In quale occasione la realtà ti è sembrata troppo ingiusta?
Quando le tue ferite ti hanno aiutato a connetterti con altre persone?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
3
Luglio
2025
La realtà è meglio
commento di Gv 20,24-29, a cura di Gloria Ruvolo