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“Nessuno conosce le proprie possibilità finché non le mette alla prova.”
Publilio Siro
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 16,29-33)
In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio». Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!».
Mi lascio ispirare
Ci sono momenti in cui tutto sembra chiaro. La mente si illumina, il cuore si apre. “Adesso crediamo”: parole che suonano come un traguardo. I discepoli si illudono di aver raggiunto la maturità della fede, ma Gesù, con dolce fermezza, smaschera l’equivoco. La comprensione non è ancora integrazione. L’intuizione non è ancora resilienza. Quando la notte arriva, le convinzioni cedono. Le sicurezze si sbriciolano. L’amicizia, la comunione, la fede stessa si rivelano fragili. È un passaggio necessario: non c’è autenticità senza attraversamento della solitudine. Non c’è unità profonda senza prima un distacco, una caduta, una resa.
Gesù non giudica i suoi discepoli. Li prepara. L’infedeltà che verrà non è una condanna, ma una soglia da attraversare. È la frattura che precede la ricomposizione. La solitudine non è il contrario della comunione, è la sua premessa evolutiva. L’umano, ancora una volta, tiene insieme una contraddizione che sembra insanabile.
“Abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!” – Non una fuga spirituale. Non una vittoria che elimina il dolore. Non una prevaricazione prepotente. La vittoria è questa: attraversare la notte rimanendo umani. Nel cuore del fallimento, una pace diversa si rivela. È la pace di chi ha visto tutto e non ha indietreggiato. È la pace di chi ha scelto di continuare ad amare anche lì dove dove non c’era motivo o ci sarebbe stato tutto il diritto di tirarsi indietro: così si vince la logica del mondo.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
1. Quali certezze mi illudo di possedere che non hanno ancora affrontato la prova della vita?
2. In quale momento della mia storia ho sperimentato la dispersione, la solitudine, il “ciascuno per conto suo”?
3. Che significato ha per me “vincere il mondo” nella logica di Gesù?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
2
Giugno
2025
Nati per vincere il mondo
commento di Gv 16,29-33, a cura di Flavio Emanuele Bottaro SJ