Foto di Ester Antonia Cozzolino -
Quann’ero ragazzino, mamma mia,
me diceva: “Ricordati, figliolo,
quando te senti veramente solo
tu prova a recità ‘n’ Ave Maria.
L’anima tua, da sola, spicca er volo
e se solleva, come pè maggia”.
Trilussa, L’Ave Maria
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 9,14-29)
In quel tempo, [Gesù, Pietro, Giacomo e Giovanni, scesero dal monte] e arrivando presso i discepoli, videro attorno a loro molta folla e alcuni scribi che discutevano con loro. E subito tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. Ed egli li interrogò: «Di che cosa discutete con loro?». E dalla folla uno gli rispose: «Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto. Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». Egli allora disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me». E glielo portarono. Alla vista di Gesù, subito lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava schiumando. Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall’infanzia; anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci». Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede». Il padre del fanciullo rispose subito ad alta voce: «Credo; aiuta la mia incredulità!». Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito impuro dicendogli: «Spirito muto e sordo, io ti ordino, esci da lui e non vi rientrare più». Gridando, e scuotendolo fortemente, uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: «È morto». Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare ed egli stette in piedi. Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli disse loro: «Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera».
Mi lascio ispirare
Ci sono mali che attanagliano i nostri tempi, demoni nascosti pronti a suscitare ira e frustrazione. Siamo suscettibili a tutto, da chi non ci dà la precedenza in auto al mattino, a situazioni non chiare che ci generano disagio e che ci portano a esternare il nostro lato più buio. Siamo pronti al conflitto in ogni momento, armati e pronti a sbraitare contro quell’altro che il più delle volte spaventa – e che spesso è soltanto una sorta di specchio che ci mostra più cosa abbiamo di irrisolto dentro noi. Come sarebbe bello ritornare a uno degli atteggiamenti che ci rendono più umani: la gentilezza di porsi in ascolto, di noi stessi e di conseguenza degli altri e del resto del mondo.
Come quando una mattina ci regala, nonostante la pioggia battente del giorno prima, una silenziosa nevicata. E la neve leggera si posa su quei stessi rami che poche ore prima sono stati sede di battaglia di venti e di gocce di pioggia. Ma, quando la neve non c’è, che si fa per ritrovare la calma e allontanare quei demoni che stringono il cuore? Si prega. Perché la preghiera, che ci libera, che ridona speranza, ci fa avvicinare al Cristo e alla sua amorevole luce.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali demoni stringono il tuo cuore oggi?
Come puoi liberartene?
In che momenti la preghiera ti è stata d’aiuto?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
24
Febbraio
2025
Dalle tenebre alla luce
commento di Mc 9,14-29, a cura di Ester Antonia Cozzolino