Foto di Verena M. - Chiesa del Primato di Pietro (Tabga, Galilea) -
C’è un solo e unico scopo nella vita: testimoniare e comprendere per quanto possibile la complessità del mondo, la sua bellezza, i suoi misteri, i suoi interrogativi. Più si cerca di capire, più s’indaga, e più si apprezza la vita e ci si sente in pace col mondo. [...] Ci si può chiedere perché bisogna amare e imparare o perché sarebbe questo lo scopo della vita: voglio dire, come mai è stato deciso fare solo queste cose e con la massima dedizione? Una domanda stupida, non importa perché sia così. È così: lo scopo della vita è amare ed imparare.
Anne Rice, Lo schiavo del tempo
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 16,13-19)
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Mi lascio ispirare
Siamo in un dei momenti più intensi dell’appassionata relazione fra Gesù e Pietro, un tempo di profonda verità. Pietro è chiamato a confessare quanto lui abbia lasciato entrare Gesù nella cerchia delle persone che sono i suoi riferimenti più significativi. La location è molto significativa: una città in costruzione, Cesarea, che Filippo ha intitolato in onore di Tiberio. Un complesso monumentale che desidera rendere omaggio alla grandezza del dio/imperatore. Un luogo molto evocativo: siamo vicinissimi a una delle sorgenti del Giordano, il grande corso d’acqua che dona vita ad Israele! Ivi sorgeva anche il tempio dedicato al dio greco Pan, divinità delle selve, dei pascoli e della fecondità. I giudei pensavano che lì si trovasse una delle bocche dell’Ade, apertura al regno dei morti. In questo contesto, la domanda di Gesù invita i suoi a chiedersi chi davvero possa rendere feconda la loro esistenza. Chi può aiutarli davvero a vincere la paura della morte?
La gente fa fatica a capire chi sia il Nazareno e così i discepoli testimoniano come essi cerchino di relegarlo nella sfera del già visto! Spesso anche noi possiamo avere la tentazione di confinare nel passato ciò che oggi ci invita a cambiare per scommettere sul futuro…
Pietro si lascia ispirare, capisce che solo il fondo del suo cuore può dare una risposta sensata alla domanda. Si fida di ciò che sente, interpreta correttamente il suo presente e così prorompe: “Tu sei l’Atteso!”. Tu hai la forma dei miei bisogni più intimi. Sei il Dio vivo, non un bellissimo principio asettico, una perfezione fredda. Hai il calore della vita e sei capace di vincere le mie paure, dischiudendomi un avvenire di relazioni nuove.
Avvenire che Gesù chiede di edificare insieme, perché la sovrabbondanza dei doni di Dio non solo invita ma impone la condivisione perché nulla vada perso!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Talvolta la familiarità con le scritture può diventare una tentazione? Quando ti è capitato di avere l’impressione che le sue Parole fossero diventate scontate, sempre le stesse, che non avessero più nulla da dirti? Oggi lasciati meravigliare e sorprendere dall’unicità della persona di Gesù!
A chi affidi il tuo desiderio di fecondità? Che posto ha Gesù nell’ecosistema delle tue relazioni e delle cose a cui tieni?
Con chi desideri condividere la sovrabbondanza di senso e vitalità che l’incontro cuore a cuore con Gesù genera in te?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
22
Febbraio
2025
Il Dio vivo
commento di Mt 16,13-19, a cura di Narciso Sunda SJ