Foto di Saliha Selim su Pexels -
Accettare gli altri significa rinunciare all’illusione che possano essere come noi vorremmo.
Thomas Merton
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 3,31-35)
In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».
Mi lascio ispirare
Nelle relazioni che vivo posso stare fuori e attirare a me, cercare di portare l’altro dove voglio io perché io so qual è la cosa giusta da fare, io so ciò che è buono per me (e a volte anche per lʼaltro). Il rischio è quello di impadronirsi dell’altro, di non lasciargli spazio e soprattutto di restare fermo: nella mia comfort zone, nelle mie abitudini, nelle mie convinzioni. Oppure posso provare a entrare, ascoltare quello che l’altra persona ha da dire, lasciarmi arricchire dal suo essere, darle dignità, valorizzarla nella sua unicità e, magari anche lasciarmi mettere in discussione.
Tante volte siamo così presi dal voler esternare quello che pensiamo o dal (ri)chiedere quello che vogliamo (sempre che poi sappiamo davvero quello che vogliamo) che non lasciamo spazio all’ascolto di ciò che l’altro (l’Altro) ha da dirci.
Ed è dall’ascolto che nasce l’accoglienza. Accoglienza che ci permette di entrare in relazione con l’altro anche quando questo ci è scomodo o faticoso, riconoscendo la sua unicità e donandogli spazio e dignità. Non è un atto passivo, ma profondamente creativo e generativo. È un atto che dona vita, che apre possibilità nuove, e che ci invita a uscire da noi stessi per incontrare veramente chi ci sta davanti.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando qualcuno mi parla cosa mi impedisce di cercare di capire veramente il suo punto di vista?
Come reagisco quando qualcuno condivide con me qualcosa di personale o difficile?
Ci sono situazioni o persone con cui faccio più fatica ad ascoltare? Perché?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
28
Gennaio
2025
Ascolto generativo
commento di Mc 3,31-35, a cura di Tomaso Roncallo