- Foto di Naassom Azevedo su Unsplash
Per noi guarire non è solo prescrivere medicine e terapie, ma lavorare insieme condividendo tutto in uno spirito di gioia e cooperazione.
Patch Adams
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 2,1-12)
Entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola. Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: “Figlio, ti sono perdonati i peccati”. Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: “Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?”. E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: “Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua”. Quello si alzò e subito presa la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: “Non abbiamo mai visto nulla di simile!”.
Mi lascio ispirare
Il racconto che ci è stato proposto oggi è tra quelli più sorprendenti e dinamici. Sorprendono l’intraprendenza e la creatività delle quattro persone che trovano la soluzione assai “laterale” al problema di far arrivare il paralitico davanti a Gesù; sorprende anche, almeno i contemporanei del racconto, l’accostamento che Gesù fa tra perdono dei peccati e guarigione fisica.
L’intraprendenza. La suggestione riguarda il mio modo di attivarmi, di mettere in moto la creatività, di non subire passivamente le situazioni di blocco. La vicinanza con Gesù, l’incontro con Lui non solo non spengono e mortificano la creatività, l’elasticità, la capacità di immaginare soluzioni nuove ma, al contrario, le amplificano fornendo motivazioni ed energie nuove. È l’esatto contrario di quanto si pensa nell’immaginario comune del credente medio e di quanto pensa – forse – il credente medio di sé stesso. In una battuta, l’incontro vero con Gesù attiva e stimola e non spegne né mortifica.
L’accostamento tra perdono dei peccati e guarigione fisica. Gesù suggerisce una visione integrale (diremmo noi oggi “olistica”) della persona ribadendo e riproponendo una sapienza che è già presente nella Bibbia di Israele: corpo e spirito si tengono assieme, quando li separiamo si ammalano entrambi. Affermare questa verità dell’essere umano a parole è molto semplice, oggi può risultare anche banale, ma vivere quotidianamente questa realtà è un altro paio di maniche.
Àlzati. Il segno eloquente dell’opera integrante e unificante di Gesù è una postura del corpo e dello spirito insieme: lo stare in piedi, la posizione del risorto. Abbiamo un modo di dire molto bello, “tirati su!”, quando vogliamo incoraggiare una persona che sta giù di morale, psicologicamente o spiritualmente. In piedi, però, portiamo il nostro lettuccio: è il segno della nostra debolezza che non passa! La guarigione e il perdono non ci tolgono la fragilità e la debolezza della nostra umanità ma ci avviano sul sentiero della riconciliazione.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Come sei messo/messa a intraprendenza? Sei più propenso/propensa ad attivarti o a spegnerti? Ti sei mai chiesto/chiesta perché?
Prova a guardare con gli occhi dell’interiorità la tua persona, il tuo corpo e la tua anima, le facoltà spirituali (memoria, intelligenza, volontà, immaginazione, consapevolezza, ecc.) come ti vedi? Come ti senti?
Prova a ricordare uno o due momenti in cui ti sei sentito/sentita rialzare. Come hai vissuto questi momenti? Come ti sei sentito/sentita?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
17
Gennaio
2025
Beata intraprendenza!
commento di Mc 2,1-12, a cura di Andrea Piccolo SJ