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Fino al giorno in cui Dio si degnerà di svelare all’uomo l’avvenire, tutta la saggezza umana consisterà in queste due parole: attendere e sperare!
Alexandre Dumas
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 1,39-45)
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Mi lascio ispirare
Due donne e quattro cuori si incontrano e vibrano nello Spirito Santo. I loro sguardi sono densi e profondi, sono capaci di riconoscere e accogliere la vita che pulsa nell’altra. Il Natale ci invita a rialzare lo sguardo, a seguire la stella, ma spesso i nostri occhi sono attratti da altro. Viviamo distrattamente e ciò ci impedisce di cogliere e promuovere la vita celata, quella che non sa chiedere aiuto, quella che ha bisogno della nostra maggiore sensibilità per crescere!
L’agire di Maria ci orienta verso la profondità, levarsi, andare in fretta, entrare, salutare… con questi quattro verbi Maria prepara Elisabetta a ricevere Gesù. Il Natale ci chiede di colmare le distanze, di non perdere tempo, di bussare a porte sigillate dalla vergogna perché chi vi abita possa aprirsi alla gioia!
Elisabetta, da parte sua, è capace di vibrare sino in fondo per la presenza di Gesù, è come se la liturgia ci dicesse che solo chi è in attesa della vita, chi porta in grembo dei progetti d’amore può entrare in risonanza con la gioia del Signore che viene.
Maria fa ciò che l’angelo aveva fatto con lei! Racconta che il Signore viene e nasce proprio lì dove non potrebbe, nel grembo di una vergine e di una sterile! L’Onnipotente ci aiuti ad incarnare le attitudini di queste due donne. Nella capacità di augurare alle persone che ci circondano salute e benedizione, faremo nostri quegli atteggiamenti che potranno aiutarci ad accogliere meglio il Signore della nostra vita.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa porti “in grembo”? Quali speranze ti abitano? Lascia che siano esse a dare il benvenuto al Signore!
In quali “luoghi” ti senti sterile o vergine? Chiedi che il Signore possa portare proprio lì la Sua vitalità, offrigli quei luoghi di delusione e di speranza perché nulla è impossibile a Dio!
In questa settimana “prenatale” la salute di chi potresti promuovere? A quale casa chiusa per paura, vergogna o tristezza sei chiamato a portare la mia benedizione?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
22
Dicembre
2024
Portare in grembo progetti dʼamore
commento di Lc 1,39-45, a cura di Narciso Sunda SJ