Foto di Jonathan Kemper su Unsplash -
Mentre piange e pronuncia, Scusa, a voce troppo bassa per essere sentita, il naso affondato nella camicia fresca di bucato e ferro da stiro, e si aggrappa al petto di suo padre, che la avvolge con braccia enormi, la bambina non si chiede come si chiami quella cosa su cui è inciampata, su cui inciamperà per sempre.
Rosella Postorino, La stanza di sopra
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 13, 1-9)
In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».
Mi lascio ispirare
Mi allontano dalla folla per chiedere a Gesù cosa è successo in Galilea e a Sìloe e perché parlarmi proprio di un vignaiolo. Sono mosso forse dalla curiosità e, perché no?, dal voler imparare dagli errori altrui risparmiandomi magari tanta fatica. Ma avvicinandomi a lui abbandono questo spirito competitivo e inizio a capire che questi episodi possono essere immagini dei miei rapporti interpersonali.
Apprezzo il fatto di espormi davanti all’altro, di mostrare la mia fragilità accettando l’errore. La conversione prende forza dalle mie scuse, ridando vita al mio rapporto con l’altro; riscopro quello che posso donare in una relazione.
Adesso posso rivedere meglio il vignaiolo. Anche se mi reputo il padrone del mio albero, o di un mio desiderio, perché non riconoscere la presenza dell’altro mentre lo faccio crescere?
Il desiderio che esprime il mio amore, che si tratti di un’opportunità di studio, lavoro o servizio, si forma grazie alle persone che incontro, non rimane confinato in me stesso. Ognuno mi aiuta a farlo crescere e, quando necessario, a darmi la forza di potarlo per darne più vitalità. Il desiderio trova forza nel prossimo e mi mostra un altro rapporto tra padrone e vignaiolo.
Mi ritrovo, alla fine dell’incontro con Gesù, da solo e lontano dalla folla, consapevole di aver ricevuto qualcosa di inaspettato e prezioso per le mie relazioni.
Marco Passalacqua
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale sensazione provo parlando dei “peccatori” di Siloe o della Galilea?
Come mi fa sentire l’invito di Gesù alla conversione nelle mie relazioni?
Come mi sento nei confronti del vignaiolo che mi invita ad attendere?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
26
Ottobre
2024
Crescere con il prossimo
commento di Lc 13, 1-9, a cura di Marco Passalacqua