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Io pretendo di saper le regole più che non sanno tutti i pedanti insieme; ma la vera regola, cor mio bello, è saper rompere le regole a tempo e luogo.
Giambattista Marino
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 11,42-46)
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo». Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!».
Mi lascio ispirare
Guai: ancora una volta il Signore Gesù indica il suo dispiacere, che diventa una “minaccia” alla possibilità di una vita vera. Guai perché ci si è fossilizzati sulle formalità, lasciando fuori il cuore. Guai perché lo stile di vita si è attaccato a una serie di gesti, anche buoni, ma senza più dare spazio alle scelte grandi e fondamentali, quali la giustizia e l’amore di Dio.
E quindi ciò che resta è uno sguardo indagante e giudicante, un sentirsi i primi della classe solo perché si seguono pedissequamente delle regole… Guai perché si finisce, proprio come segnala Gesù in questi “avvisi ai naviganti”, con l’imporre ad altri pesi insopportabili, vite bloccate, scelte non vitali, giudizi sommari.
Sembra proprio di sentire Gesù come anche oggi potrebbe proclamare il suo grido “guai” questa volta indirizzato a noi, ogni qualvolta ci rifugiamo in un formalismo cui non corrisponde la scelta del cuore e della vita; quando ci sentiamo a posto solo perché abbiamo compiuto “il nostro dovere di bravi cristiani”. Anche i farisei erano bravi nel compiere il loro dovere, eppure Gesù soffre per la loro durezza. Dove stanno anche oggi per noi la giustizia e l’amore di Dio?
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale luogo della tua vita senti risuonare un “Guai!”?
Quando ti sei reso conto che il “dovere di bravo cristiano” non era sufficiente?
Quando hai rischiato che il formalismo soffocasse giustizia e amore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
16
Ottobre
2024
Giustizia e amore
commento di Lc 11,42-46, a cura di Lino Dan SJ