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La tua visione diventa chiara solo quando guardi dentro il tuo cuore. Chi guarda fuori, sogna. Chi guarda dentro, si sveglia.
Carl Gustav Jung
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 9,46-50)
In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande». Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».
Mi lascio ispirare
Un bambino, Signore:
non sono forse io?
Davanti a Te vivo
ma non conosco la via
nel profondo del cuore
paura è la compagna mia.
Se la ascolto mi congelo
allora fingo, mi copro di finto zelo
nell’ego costruisco palazzi
ragioni, risposte, vanti
stanze spoglie e vuote
abitate da illusioni
di prendere da me i tuoi doni,
di essere forte abbastanza
da popolare da solo questa stanza,
per camminare da solo
un mondo che è troppo grande
per ogni singolo uomo.
Questo vuoto allora
diventa un tesoro:
la desolazione dà
eco alla mia voce
sussurro diventa grido
da fuori a dentro
dalla terra al cielo
Cristo, porta calore nel mio gelo.
Nel nome del Figlio, Papà Dio
chi sono per Te, io?
E col tuo Amore accolgo
la mia umana natura
che senza la tua luce
la mia strada è buia.
Tu riempi e scaldi
il mio vuoto e gelo:
la vita insieme
è la cura dell’ego.
Un bambino al mondo
solo non ce la fa
per camminare ha bisogno
di mamma e papà.
Inutile fingere di essere grandi
di conoscere la strada
che si dipana negli anni,
di essere un capo
di saperla più lunga
da dove parta la vita
fino a dove giunga.
Sotto la vanagloria
trova casa la paura
che l’incertezza è struttura
della nostra umana natura.
Donami di prendermi cura
di accogliere questa paura,
voce di uno
che grida all’Uno:
“Papà, in mezzo al tutto
mi sento poco più che nessuno!”.
Vieni Signore, fammi compagnia
fammi conoscere mio fratello
calore e colore della vita mia.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quali parti della mia vita non coinvolgo il Signore, perché voglio fare da solo?
Rievoco un momento in cui ho perso la strada, ho avuto paura: da dove e attraverso chi è arrivato l’aiuto del Signore?
Signore, metti a nudo i miei giudizi: cosa penso e come tratto chi ti cerca e manifesta in un modo diverso dal mio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
30
Settembre
2024
Non bastare a me stesso
commento di Lc 9,46-50, a cura di Giovanni Stefani