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Quindici secondi di purezza lì, altri dieci secondi là: con un po’ di fortuna nella mia vita, quando la lascerò, ci sarà abbastanza purezza da costituire un’ora.
Christian Bobin
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 7,1-8.14-15.21-23)
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».
Mi lascio ispirare
Nei capitoli precedenti Gesù ha più volte fatto avanti e indietro dalla sponda ebraica del lago di Tiberiade ad altri luoghi attorno al lago appartenenti invece a culture e religioni pagane. Lì ha incontrato genti di tutti i tipi, alcune delle quali colpite da mali fisici ed esistenziali ma guarite dall’incontro con Gesù. Una guarigione che passa per lo stare con lui, anche attraverso il contatto fisico: Gesù non ha problemi a lasciarsi contaminare dagli altri.
Per i suoi conterranei questo era un doppio problema: non solo era stato in contatto con la morte, ma con gente poco raccomandabile e non ebrea. C’era chiaramente bisogno, secondo loro, di procedere con abluzioni rituali presenti nella tradizione orale giudaica per potersi togliere queste contaminazioni prima di stare a tavola, altrimenti queste si sarebbero potute estendere anche agli altri commensali. Un po’ come quando da bambini giocavamo al “ce l’hai tu”: toccarsi semplicemente per passarsi qualcosa, poi scappare…
Gesù si scaglia contro questa mentalità, sotto la quale c’è una visione di religiosità come forma patologica di riparo dal caos, come se lo si potesse magicamente controllare ed esorcizzare.
Ma per stare a tavola con Gesù non c’è bisogno di tutto questo! Non dobbiamo essere puri per mangiare con lui, possiamo mangiare con lui per purificarci, cioè scoprire che questo caos da cui tentiamo di ripararci in realtà c’è già nel nostro cuore. Non lo possiamo eliminare, ma ordinare verso la pace sì.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa trovi nel tuo cuore in questo momento?
C’è qualcosa che senti che ti contamina? Cosa?
Immaginandoti a tavola con Gesù, come ti senti accolto?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
1
Settembre
2024
Non ce la tiriamo
commento di Mc 7,1-8.14-15.21-23, a cura di Federico Parise SJ