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Quali sono i migliori insegnanti? I bambini!
Madre Teresa di Calcutta
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 18,1-5.10.12-14)
«In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli. Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».
Mi lascio ispirare
Siamo abituati a quantificare la grandezza e la piccolezza delle cose con sistemi di misura standard come il metro o il chilogrammo. Quando pensiamo alle persone, invece, l’unità di misura è quanto uno possiede o fa. Siamo abituati a dire «Quella è una persona importante, che vale, perché ha tante case o tanti soldi, fa un lavoro importante… ».
Il sistema di misura di Gesù è invece molto più semplice e umile. Piccoli sono coloro che probabilmente non hanno niente. O meglio hanno il tutto che basta per essere grandi davanti a Dio. Sono aperti a ricevere e riempirsi di quell’Amore paterno che li rende figli amati e discepoli seguaci di Gesù. I bambini cosa hanno di così speciale? Hanno l’ingenuità, la capacità di stupirsi di fronte alle cose piccole e semplici, di fronte al bello. Un bambino sa percepire chi lo ama veramente e lo protegge.
Ecco: dobbiamo tornare un po’ bambini. Svuotarci per farci riempire. Mollare per accogliere cose nuove. Aprire quel pugno che teniamo chiuso per farci prendere per mano ed essere guidati sul percorso della nostra vita. Essere bambini per tornare anche a stupirci, godere delle piccole cose, gioire di fronte alla semplicità. Essere bambini per entrare anche in relazione con le persone che ci circondano, senza giudizi o pregiudizi: accogliere tutti con la stessa misura con cui Dio accoglie ciascuno di noi.
La semplicità non va imparata. Va solo riscoperta. Tutti noi siamo stati bambini.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali sono i momenti in cui ti sei sentito piccolo di fronte a un gesto grande e inaspettato?
Quanto ti sei sentito amato di fronte a un tale gesto?
Quale parte del te adulto vuoi lasciare al Signore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
13
Agosto
2024
Il piccolo e il bello
commento di Mt 18,1-5.10.12-14, a cura di Vanessa D'Urbano