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We cannot change anything until we accept it. Condemnation does not liberate. It oppresses.
Non possiamo cambiare nulla finché non lo accettiamo. La condanna non libera, opprime.
Carl Gustav Jung
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 17,22-27)
In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati. Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?». Rispose: «Sì». Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?». Rispose: «Dagli estranei». E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te».
Mi lascio ispirare
« (…) lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati.
È interessante notare che i discepoli rimangono rattristati alla notizia della morte e risurrezione di Gesù. In fin dei conti la risurrezione è una notizia positiva. Perché allora restano solamente molto rattristati?
Il dolore e la morte provocano in noi spesso istintivamente dispiacere e tristezza. Abbiamo la tendenza a fuggire il dolore più che a cercare la gioia. E così siamo più facilmente e frequentemente portati a focalizzarci sulle cattive notizie che sulle buone.
Prendere coscienza di questo può aiutarci a valutare quali sono le nostre leve motivazionali, quali sono le forze che ci trainano. Certamente è importante saper evitare il dolore: è un primario meccanismo di sopravvivenza! Allo stesso tempo, tuttavia, è importante imparare a discernere e seguire quella voce che ci chiama.
Siamo ultimamente chiamati alla gioia, alla piena soddisfazione di vita, alla nostra realizzazione. Questo può comportare anche la necessità di attraversare qualche fatica. Non è importante quanto costa, l’importante è che valga la pena!!!
Può anche capitare di sentirci scarichi, stanchi, dubbiosi, in un vicolo cieco. In momenti come questi, in cui c’è poca chiarezza sulla nostra strada, ricordiamo di guardarci con lo stesso sguardo benevolo con cui siamo guardati.
Quello attraverso cui vuole conduci Dio è un cammino, ed è personale, unico, nostro. In questo percorso capiterà inevitabilmente anche di dover incontrare i nostri limiti. Accettiamoli, la meta è il cammino!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali sono i limiti che non accetti?
Quali sono i pensieri e le emozioni che affiorano davanti ad essi?
Quando un tuo limite ha portato nella tua vita un frutto inatteso?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
12
Agosto
2024
Camminare, accettare, camminare
commento di Mt 17,22-27, a cura di Ettore Di Micco