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Sono convinto che anche nell’ultimo istante della nostra vita abbiamo la possibilità di cambiare il nostro destino.
erroneamente attribuita a Giacomo Leopardi
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 8,1-4)
Quando Gesù scese dal monte, molta folla lo seguì. Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua lebbra fu guarita. Poi Gesù gli disse: «Guardati bene dal dirlo a qualcuno; va’ invece a mostrarti al sacerdote e presenta l’offerta prescritta da Mosè come testimonianza per loro».
Mi lascio ispirare
Il primo segno che compie Gesù nel vangelo di Matteo è un segno che riporta alle relazioni.
Sceso dal monte il Signore incontra un lebbroso, una persona che vive ai margini della società, che vive una vita da escluso, che da persona che ha paura di tutto e tutti, vive solo per l’autoconservazione. E allora forse questa persona ci ricorda quei momenti in cui anche noi viviamo ai margini, nell’ansia, nella paura del futuro, chiusi in noi stessi, senza riuscire a comunicare con gli altri, angosciati, senza riuscire a dare senso alla vita…
A volte è la fatica di superare la vergogna di mostrarci deboli e bisognosi di aiuto che ci impediscono di vivere a pieno: preferiamo restare nel silenzio del nostro isolamento; altre volte sono situazioni di disagio che possono essere indipendenti da noi in cui ci troviamo schiacciati che ci fanno da ostacolo a una vita piena.
Però questa persona non ci sta, cerca Gesù e si mette davanti a lui chiedendo il suo aiuto.
E il Signore, Dio della Vita, è già pronto a tendere la mano, ad aiutarci a scrollarci di dosso l’impressione della fatalità del male e a essere consapevoli del nostro desiderio di bene, a farci rendere conto che la partita non è finita e la sua mano è sempre stata lì, tesa, per noi.
Non rimane che accorgersene – e ce ne accorgiamo quando proviamo ad alzare lo sguardo dal nostro disagio, quando desideriamo uscire davvero dalla nostra situazione di ristagno, lasciandoci toccare da lui che ci con-sola (che sta con chi è solo) e ci ricorda che non è mai detta l’ultima parola, che c’è sempre un modo per tornare alla vita piena e realizzata per cui siamo fatti, in comunione con gli altri.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quali occasioni ti sei trovata/o a escludere qualcuna/o dalla tua vita?
Quand’è che sei stata/o tu a sentirti isolata/o e sola/o e hai cercato una mano tesa verso di te?
Verso chi potresti tendere, oggi, la tua mano?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
28
Giugno
2024
Non è mai finita
commento di Mt 8,1-4, a cura di Tomaso Roncallo