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Occorre molta pazienza per impararla.
Stanisław Jerzy Lec
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 4,26-34)
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
Mi lascio ispirare
Tempi e modi del regno di Dio… un grande mistero. Ma che cresce, che fruttifica. Sempre molto spiazzante ascoltare queste parabole sul Regno di Dio. Spiazzante per i discepoli che le ascoltano dalla bocca di Gesù, perché vengono subito messi nell’ottica del non sentirsi “titolari” della crescita e dei frutti del Regno, che è appunto di Dio e non sotto condizioni di attivismo, di volontarismo e tutti gli “-ismi” che fanno capolino nei discepoli.
Ma lo stesso – anzi forse pure di più! – valgono queste parole di Gesù per noi, oggi, abituati poco o tanto a inserire logiche aziendali anche nel nostro far parte della Chiesa, e quindi a misurare i tempi, i risultati in base a tutta una serie di criteri umani: non si può attendere troppo, non si può non essere ben visibili, ecc. Quanta ansia perché le cose non vanno come vorremmo, oppure quanta delusione perché siamo pochi…
Proprio quello che Gesù dice di vedere dal lato opposto: accogli i tempi del Regno, affidati alla piccolezza del seme che poi cresce e diventa luogo inatteso di accoglienza. Tutto questo è il Regno, non il nostro, del quale anche noi – in libertà e pace – siamo chiamati a fare parte, senza ansie e paure.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando hai fatto più fatica ad accettare i modi di Dio?
In quale occasione hai rischiato di applicare alla tua vita logiche di profitto?
Per quale attesa chiedi la pazienza e la sapienza di accettare e accogliere i tempi di Dio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
16
Giugno
2024
Accogliere i tempi del Regno
commento di Mc 4,26-34, a cura di Lino Dan SJ