W. Kandinsky, Blue Circle II (1925) -
Cristo nulla ci dà di essere e nulla ci dà da fare che non attenga, ad un tempo, sia alla carità sia all’unità.
Madeleine Delbrel
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 17,20-26)
In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:] «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».
Mi lascio ispirare
Uniti e unificati. Siamo in uno dei momenti più profondi e intimi del racconto evangelico in Giovanni: la preghiera di Gesù al Padre, con il Padre. E Gesù chiede al Padre proprio il dono dell’unità: che cioè coloro che crederanno siano in unione con lui come lui lo è con il Padre.
La vera vita del discepolo è proprio quella di poter gustare una vicinanza col Signore che ti faccia sentire “in comunione” con lui, perché lui e il Padre sono una cosa sola. Così giungi a conoscerlo, ovvero a scoprirne anche la sua gloria nel gesto più alto che è il suo dono totale sulla croce per te e per il mondo intero.
Ma il discepolo che partecipa di questa relazione di amore si sente anche unificato nella sua vita, perché si rende conto che l’amore del Padre fa sentire veramente sé stessi, fa sentire amati, accolti, partecipi di una vita riconciliata. Si avverte in queste parole una preghiera del cuore che vuole veramente far convergere tutto in un circolo di amore fra Padre, Figlio e discepoli: un Gesù che sembra quasi commosso per i suoi.
Davvero un Dio così è tutto fuorché una qualche entità lontana o astratta: la comunione di amore è il “senso” assoluto del credere.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale luogo della tua vita ti senti unito e unificato?
Chi ti fa sentire davvero accolto?
Qual è per te il “senso” assoluto del tuo credere?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
16
Maggio
2024
Il dono dell’unità
commento di Gv 17,20-26, a cura di Lino Dan SJ