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Tutto l’amore che non dai è perso.
Erri de Luca
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 9,22-25)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».
Mi lascio ispirare
C’è una grande differenza tra perdere e dare la vita. Il gesto di dare la vita implica l’esistenza di un “ricevente”, per chi diamo la vita ogni giorno? In quest’ottica persino il dolore, il rifiuto, l’assenza, non sono privi di senso, inutili. La croce può sembrare una sconfitta, un fallimento, agli occhi del mondo, eppure questo è il modo in cui Cristo dà la vita per noi. Salva perché risponde al male con il bene. Muore amando. Vive amando. Gesù prima mette a parte i suoi discepoli di tutto questo perché comprendano e gli stiano accanto in questo passaggio, ma poi si rivolge a tutti. Ci sentiamo rivolgere queste parole.
Se metto i piedi dove li metti tu, posso vederti. Ti osservo e ti ascolto in silenzio. Imparo da te. Rinuncio all’idea di appartenermi, ricevo la mia vita, la mia identità più profonda, da te. Mi perdo invece nell’inseguire con ansia qualcosa o qualcuno che non sei tu. Quando mi perdo è perché forzo il passo, e vado avanti da sola, o perché la paura prende il sopravvento e mi blocca e resto indietro. Ma tu mi aspetti e mi guardi. Non vai avanti senza di me.
Vorresti portarci tutti con te. A volte fa paura, perché non so bene dove stiamo andando. Ma siamo insieme. Seguirti è fiducia e abbandono, è sapersi ascoltati, è poter chiedere per quello che non so, che non ho. Mi insegni ad accogliere la sofferenza e trasformarla, dando tutto. Scopro così “per chi” sono. E questo cambia tutto.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa sto inseguendo?
Quando il Signore mi ha aspettato, lasciandosi trovare, per riprendere il cammino insieme?
Che forma ha la croce che la realtà ogni giorno mi chiede di prendere?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
15
Febbraio
2024
Quando mi perdo
commento di Lc 9,22-25, a cura di Caterina Bruno