Ph. by Tambako the Jaguar on Flickr (CC BY-ND 2.0 DEED) -
Mamma non perdeva mai l’occasione di esortare i suoi figli a “saltare fino al sole”. Forse non atterravamo sul sole, ma almeno ci alzavamo da terra.
Zora Neale Hurston
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 3,13-19)
In quel tempo, Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli –, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè “figli del tuono”; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.
Mi lascio ispirare
Gesù dopo giorni di missione, di guarigioni, di folla decide di ritirarsi sul monte. Un monte per stare appartati, per mettere distanza, per riflettere e scegliere. Il monte è il luogo dove Dio parla, dove Dio chiama. E in questo caso è Gesù che chiama altri, i Dodici, per condividere con altri la sua vita.
Ma il movimento della sua chiamata è duplice. Chiama a stare con lui, ma coloro che chiama allo stesso tempo anche li invia, li manda lontano ad annunciare la buona notizia. Da un lato li chiama a sé, a stare con lui, dall’altra li manda distante. L’intimità con lui e insieme la compassione per le persone che hanno bisogno di essere guarite, liberate e consolate.
La sua chiamata ha una forza elastica che più attrae e più spinge fuori, più distanzia e più fa tornare indietro. È una chiamata che non lascia tranquilli e comodi, ma inserisce in un moto verso fuori e verso dentro. Più si sperimentano il suo amore e la sua bellezza più si è spinti verso gli altri per amare allo stesso modo. Più ci si immerge nelle storie degli uomini e più è grande la nostalgia e il bisogno della sua Parola, della sua presenza, del suo aiuto.
E gli altri undici intorno a noi ci ricordano di quella chiamata, ci parlano di lui, sono il prossimo più prossimo da amare, accogliere e guarire.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando mi sono sentito chiamato da Gesù? A cosa?
Come vivo il dinamismo inquieto dello stare con lui e dell’essere inviato?
Chi sono gli altri undici per me? Li vivo come un dono?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
19
Gennaio
2024
Chiamati per andare
commento di Mc 3,13-19, a cura di Leonardo Angius SJ