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Io i miei occhi dai tuoi occhi
non li staccherei mai
e adesso anzi io me li mangio,
tanto tu non lo sai.
Lucio Dalla, Canzone
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 2,13-17)
In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Mi lascio ispirare
Signore, eccomi, sono qui seduta a questo tavolo delle imposte, china sul mio lavoro, sui miei impegni, sulle mie cose che ho bisogno di tenermi stretta, perché senza che cosa sarei? Non mi accorgo della tua presenza, sono sorda, cieca, distratta.
Ma tu sei più forte, Signore, alzo lo sguardo e incrocio il tuo. Non ho parole. Non riesco a dirti nulla. Sono immersa nel tuo sguardo e mi sento in pace. Mi dimentico di quello che stavo facendo. Tutti quegli impegni quotidiani, quei pensieri, quei beni materiali, quei legami labili… è sparito tutto. Davanti al tuo sguardo sono nuda con le mie fragilità, con i miei peccati, con i miei pesi. E all’improvviso mi sento leggera. Mi sento felice.
Voglio seguirti, voglio sedermi a quella tavola imbandita, davanti a te, per continuare a sentire la tua misericordia che mi perdona, che mi abbraccia e che mi scalda. Grazie, Signore, per tutto questo. Grazie per il tuo amore che fa crollare tutti i miei pesi, che scavalca tutti i miei limiti e sa accarezzare le mie fragilità. Grazie, Signore, per essere sempre misericordioso con me e con i miei fratelli.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Su che cosa hai la testa china oggi, cosa ti distrae e ti fa credere di essere il tuo tutto?
In quale momento della giornata cerchi maggiormente lo sguardo di Gesù? Come ti senti di fronte a quello sguardo?
Come vivi quel «seguimi» con cui Gesù chiama i suoi discepoli?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
13
Gennaio
2024
Misericordia
commento di Mc 2,13-17, a cura di Vanessa D'Urbano