Andrej Rublëv, Natività -
Non si può cercare un negozio di antiquariato in via del corso.
Ogni acquisto ha il suo luogo giusto
e non tutte le strade sono un percorso. […]
Perché l’argento sai si beve, ma l’oro si aspetta.
Niccolò Fabi, Il negozio di antiquariato
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 20,2-8)
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
Mi lascio ispirare
Cosa c’entrano il sepolcro e il sudario con la nascita del Bambin Gesù? Questa Parola è dissonante, nel periodo natalizio che stiamo vivendo.
Un’assonanza la troviamo nell’iconografia orientale della Natività di Rublev. Il Bambin Gesù ha una mangiatoia molto singolare: ha la forma del sepolcro nel quale verrà posto ed è avvolto da bende e non da fasce per neonati; già all’inizio della storia l’artista non teme di indicare la direzione che prenderà la vicenda di Gesù di Nazareth. La mangiatoia nella stalla, inoltre, richiama un’immagine diffusa anticamente: l’uomo si nutre di peccato perché ha paura di morire e cerca la salvezza allo stesso modo in cui l’animale prende il cibo dalla mangiatoia. Ora Dio lo va a incontrare proprio in quel luogo e si fa cibo per lui.
Nella contemplazione di queste parole possiamo farci aiutare da Maria di Magdala e Giovanni, «l’apostolo amato». Maria camminando nel buio della notte si dirige al sepolcro, luogo della nostra morte e dei nostri fallimenti e sofferenze. Cosa accade? Che il sepolcro è vuoto! Di fronte a questo Maria è smarrita, non comprende e corre ad avvisare Pietro e Giovanni.
Pietro e Giovanni sono immagine di chi, scoprendo il vuoto in questo sepolcro, con coraggio si mette in movimento e in ascolto della voce di Dio che parla proprio in quel vuoto, proprio quando si pensa di morire. Giovanni, dice il Vangelo, «vide e credette»: ricorda le parole di Gesù e, riconoscendo i segni (i teli e il sudario), crede alla sua resurrezione.
Natività e Resurrezione, dunque, parlano insieme della salvezza del Signore per noi uomini. Davanti al nostro sepolcro possiamo sentirci smarriti, ma anche avere il coraggio di correre, di entrarci, “di vedere e di credere”.
Silvia Murolo
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Prova a contemplare l’immagine della Natività dell’icona di Rublev: cosa provi? Come ti interroga la venuta del Bambin Gesù?
Dove ti trovi oggi nella tua vita? In cammino, al buio o dinanzi al sepolcro? Cosa vedi?
Quali sono i segni che indicano il passaggio del Signore nella tua vita?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
27
Dicembre
2023
Vedere, credere
commento di Gv 20,2-8, a cura di Pietre Vive (Roma)