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Un amore [...] naturale come un fiume che fa il suo corso,
senza cattive o buone azioni, senza altre strane deviazioni,
che se anche il fiume le potesse avere andrebbe sempre al mare.
Giorgio Gaber, Quando sarò capace di amare
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 14,25-33)
In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».
Mi lascio ispirare
La buona notizia di oggi è la radicalità.
Non siamo invitati a nessun estremismo, piuttosto a un certo distacco, alla grande libertà interiore di saper rinunciare, di essere capaci di amare senza dipendere. Siamo invitati a essere capaci di comprendere quello che abbiamo e quello che non abbiamo senza rendere né questo né quello un idolo.
Sant’Ignazio chiama questa grazia “indifferenza”, intendendola non tanto come un non-coinvolgimento nelle situazioni che attraversiamo, quanto più un tenere presente come dinanzi all’assoluta misericordia di Dio, dinanzi a Dio stesso, tutto sia relativo e quindi tutto sia realmente raggiungibile solo attraverso di Lui.
Seguire Gesù significa la libertà di essere ciò che siamo e di vivere quello che viviamo, guardando con amore Colui che per amore abita la nostra vita e null’altro.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Su cosa hai bisogno di “indifferenza”?
In che luogo della tua vita senti il bisogno di libertà?
Cosa, davanti al Signore, diventa relativo?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
8
Novembre
2023
La libertà di essere quel che siamo
commento di Lc 14,25-33, a cura di Mounira Abdelhamid Serra