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Che mondaccio, signor Gubbio, che mondaccio è questo! che schifo! Ma pajono tutti... che so! Ma perché si dev’essere così? Mascherati! Mascherati! Mascherati! Me lo dica lei! Perché, appena insieme, l’uno di fronte all’altro, diventiamo tutti tanti pagliacci? Scusi, no, anch’io, anch’io; mi ci metto anch’io; tutti! Mascherati! Questo, un’aria così; quello, un’aria cosà... E dentro siamo diversi! Abbiamo il cuore, dentro, come... come un bambino rincantucciato, offeso, che piange e si vergogna!
Luigi Pirandello
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 22,15-21)
In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».
Mi lascio ispirare
Tu sei uno che non guarda in faccia a nessuno! Che pugno nello stomaco per noi che immaginiamo il Signore attento al volto di ogni persona che incontrava lungo il suo cammino, un uomo pieno d’amore sempre pronto a scorgere quei segni di fatica inespressi a parole ma trasmessi dal viso… Ci sorprende questo Gesù che non ha soggezione di nessuno, quasi sprezzante! Eppure, questo è uno dei volti più autentici di Gesù: lui non è camaleontico, non deforma la sua identità per piaggeria. Non è quello che gli altri vogliono che sia, ma è sempre fedele alla sua identità di figlio amato dal Padre e innamorato del creato.
Una libertà maestosa, quella dei figli di Dio, di cui anche noi siamo partecipi, se smettiamo di voler piacere a tutti. Ma questo coraggio, solitamente, ci abita solo in quei brevi momenti in cui sappiamo con certezza di piacere in modo speciale a qualcuno. Questo era il sentimento che abitava il cuore del Signore, consapevolezza che si rinnovava a ogni momento di preghiera.
Questa opportunità è offerta anche a noi ogni giorno, forse questo è uno dei doni più preziosi della nostra orazione. Crescere nella capacità di non scordarci che Dio è un padre misericordioso e che noi siamo suoi figli, sue figlie! Solo quando questa consapevolezza si radicherà con forza nei nostri cuori avremmo il coraggio di dare a Cesare le sue monete e a Dio le nostre vite!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali sono i motivi per cui più spesso indosso maschere e assumo identità che penso siano più amabili della mia?
Fermati a fare memoria di quell’amore che ti ha dato il coraggio di essere te stesso davanti a tutti. Che volto ha? Ringrazia per questo dono preziosissimo.
Chi è Dio per me? Chi sono io per Lui?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
22
Ottobre
2023
Fedele all’identità di figlio amato
commento di Mt 22,15-21, a cura di Narciso Sunda SJ