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Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
lʼanimo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.
Eugenio Montale
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 11,29-32)
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
Mi lascio ispirare
Chiedere un segno: da sempre, la dimensione della fede nel Signore è abitata dalla domanda di un segno. Un segno per poter finalmente essere sicuri che ciò che si crede è vero, che non si sono gettati via il tempo e la speranza… insomma, un segno per avere la sicurezza che non si sta sbagliando, con magari speranze mal riposte.
Gesù non è dello stesso avviso, o – meglio – lui offre un altro “segno”, che è lui stesso con il suo modo di agire. Un segno che spesso non aiuta a fondare le proprie certezze in lui. E come si potrebbe, visto che il suo modo di fare è così differente da quello che ci si aspetta?
Ci si aspetta un messia potente? Ecco un Gesù mite e umile di cuore, che sta con i poveri e con coloro che non contano. Ci si aspetta un salvatore che condanni chi non si uniforma a lui? Ed ecco un Gesù misericordioso, il “segno di Giona”, che Giona stesso non capisce e non accetta. E la sapienza del Gesù del vangelo sta proprio in questo capovolgimento della figura di Dio che è venuto a proclamare.
Forse anche per noi non è così facile accettarla, ma questa è l’immagine di Dio in Gesù per la quale ci viene chiesta conversione. Altrimenti rischiamo di autocondannarci, rimanendo a guardare e non capire il Dio di misericordia che ci viene incontro e che non vogliamo accettare.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale segno ho aspettato invano, per poi scoprire che avevo già tutto?
Che aspettative avevo sul Signore? Quando e come sono state disattese?
Quale Dio mi accoglie in preghiera, oggi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
16
Ottobre
2023
Il segno è Lui
commento di Lc 11,29-32, a cura di Lino Dan SJ