Ph. by Nadiia Vynar on Unsplash -
Quando ti svegli la mattina pensi che ieri non conti niente. Ma ieri è tutto ciò che conta. Cos’altro c’è? La tua vita è fatta dei giorni di cui è fatta. Nient’altro.
Questo non è un paese per vecchi
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 13,36-43)
In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».
Mi lascio ispirare
Quando Gesù ha raccontato la prima volta la parabola della zizzania abbiamo imparato una cosa fondamentale: è molto importante non estirpare con la forza le nostre debolezze, i nostri difetti. Togliere il male non è cosa che ci compete, c’è troppo rischio di eliminare la nostra stessa forza vitale, la nostra personalità, la nostra storia. Quindi non dobbiamo fare niente?
Nella spiegazione della parabola apprendiamo anche che, a un livello più profondo, ci sono due forze in gioco nella nostra vita: Gesù e il Maligno, che sant’Ignazio chiama Nemico della natura umana proprio perché è colui che si oppone alla nostra crescita umana e spirituale insinuando pensieri che ci bloccano su noi stessi, sugli altri e su ciò che ci proponiamo di fare.
Contemplando invece Gesù, la Parola di Dio fatta carne, abbiamo la possibilità di sintonizzarci sulle sue onde, e scoprire che in noi (proprio nella nostra forza vitale, nella nostra personalità, nella nostra storia!) già c’è un principio di vita, una possibilità concreta di realizzare la nostra persona e aiutare gli altri a fare lo stesso.
Questa è quindi la responsabilità di ogni discepolo, e direi di ogni uomo: riconoscere queste due forze, non scandalizzarci quando scopriamo che siamo complessi, e coltivare la prima.
Alla zizzania ci penserà Dio alla fine dei tempi, o meglio al compimento del desiderio di Dio su di noi e su tutto il creato: il fuoco dell’amore, della passione di Dio per noi, consumerà tutto ciò che ci divide. Non è una cosa da temere, ma il tocco finale al nostro lavoro che stiamo già cominciando ora!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Come ti fa sentire la compresenza di queste due forze?
Come ti poni nei loro confronti?
Divisione e ingiustizia (“scandali e iniquità”) sembrano essere qui le due cose che più ci allontanano da Dio: come si collega per te il Vangelo alla pace e alla giustizia sociale?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
1
Agosto
2023
Misericordia e responsabilità
commento di Mt 13,36-43, a cura di Federico Parise SJ