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Città senza signor, senza governo,
cade qual mole suol senza sostegno.
Giambattista Marino
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 11,27-33)
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli andarono di nuovo a Gerusalemme. E, mentre egli camminava nel tempio, vennero da lui i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: «Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farle?». Ma Gesù disse loro: «Vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Diciamo dunque: “Dagli uomini”?». Ma temevano la folla, perché tutti ritenevano che Giovanni fosse veramente un profeta. Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». E Gesù disse loro: «Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
Mi lascio ispirare
La paura di chi non rischia, di chi nasconde se stesso e i suoi talenti, di chi si accontenta, di chi fa omissioni, di chi evita la via più difficile – questa paura viene perfettamente messa in scena in questo dialogo. Qualcuno di credibile, di autorevole, che ti chiede: “ma chi ti ha dato l’autorità di fare queste cose? chi sei tu per fare le cose in modo diverso da come le facciamo noi, da come sono sempre state fatte?”.
È quasi retorica, la risposta di Gesù, un raffinato sofismo che ribalta le regole del (loro) gioco e svela le profonde contraddizioni di un credo superficiale: prima di mettere in dubbio l’autorità degli altri, da dove viene la vostra? Quali sono i principi alla base delle vostre decisioni su chi fa bene e chi fa male?
E, come castelli di carta, i loro ragionamenti si svelano fragili e impotenti di fronte alla sua semplice domanda; essi sono fondati sul giudizio degli altri, sull’opinione della massa, di cui hanno paura, o su un errore passato, di cui non si vogliono prendere la responsabilità. Spinti all’angolo, sfugge loro la cosa più importante: la verità su Giovanni, che non entra neanche nelle loro considerazioni, ultima delle priorità.
Allora forse quello che possiamo fare per non essere spinti all’angolo, o per liberarci dalla paura dei giudizi di chi non sa nemmeno su cosa è fondata la propria vita, potremmo osservare i gesti e le parole di chi fa il bene, di chi agisce per amore senza cercare scuse.
L’amore è autorevole da sé, ed è il più solido delle fondamenta.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali sono i principi fondamentali secondo cui giudichi le azioni tue e degli altri?
In quali occasioni l’opinione degli altri ti ha impedito qualcosa che avrebbe potuto fare del bene?
Quali persone, che conosci, sono state per te esempi di amore e umiltà?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
3
Giugno
2023
Senza cercare scuse
commento di Mc 11,27-33, a cura di Gloria Ruvolo