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Non può esserci un Dio perché, se ce ne fosse uno, non crederei che non sia io.
Friedrich Wilhelm Nietzsche
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 10,22-30)
Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Mi lascio ispirare
Io e il Padre siamo una cosa sola! Gesù dice apertamente una cosa inconcepibile per il Giudeo del suo tempo. Non si paragona a Dio, molto di più! Dice addirittura di esserlo! Un’affermazione del genere fa rabbrividire anche noi. Soprattutto per le conseguenze che comporta.
Gesù sta dicendo ai suoi interlocutori che quello che noi siamo abituati a chiamare “Dio” in realtà è l’uomo che vive fino in fondo la sua umanità, in piena libertà, senza averne paura. E’ una rivoluzione nel mondo ebraico, abituato a ragionare per separazioni e a pensare Dio come pura alterità. La conseguenza è che in quanto esseri umani, noi siamo la presenza di Dio nel mondo, non al modo di uno strumento che lui usa per rivelarsi, ma al modo costitutivo di essere. Il fatto che esistiamo come esseri umani “è” la realtà che chiamiamo Dio.
Gesù ha il coraggio di ammettere davanti a tutti la sua origine divina, non per sottolineare la differenza rispetto agli altri uomini, bensì al contrario, per aiutare a riflettere sul mistero di Dio che ogni essere umano è. Ogni essere umano è chiamato a riconoscersi in questa consapevolezza.
Come riconoscere se questo movimento è narcisistico, ego-centrato, oppure spirituale? Gesù dice: dalle opere che compiamo. Ovvero da come abitiamo il mondo a partire da quella consapevolezza. L’essere-Dio in modo narcisistico ci pone nel mondo come padroni, ci fa trattare gli altri con prepotenza, come schiavi. Ci fa pretendere, ci fa pensare che tutto ruota intorno a noi. L’essere-Dio al modo di Gesù ci pone nel mondo nella forma del servizio. libera la nostra umanità in gesti gratuiti. Iniziamo a compiere il bene, ad amare, a praticare la giustizia a prenderci cura in modo gratuito degli altri, del creato.
Su queste due modalità regna la consapevolezza che ci caratterizza come essere umani, ovvero la facoltà di accorgerci quando viviamo in un modo piuttosto che nell’altro.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quali situazioni hai sperimentato di essere Dio?
Come riconosci che in quel momento non eri ego-centrato?
Come hai vissuto nel mondo a partire da quel momento?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
2
Maggio
2023
Io sono Dio, tu sei Dio
commento di Gv 10,22-30, a cura di Flavio Emanuele Bottaro SJ