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Basta che lei si metta a gridare in faccia a tutti la verità. Nessuno ci crede, e tutti la prendono per pazza!
Luigi Pirandello
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 8,51-59)
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: “Se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno”». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?». Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia». Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.
Mi lascio ispirare
Mi fermo a guardare una manciata di pietre raccolte da terra. Più le guardo e più mi accorgo di una somiglianza nuova: sono come parole pronunciate.
A tratti insignificanti, a tratti troppo particolari. A volte così lisce da sembrare di stoffa, ma in realtà pesantissime, altre volte rigide come marmo, ma leggere come piume. Piccole, grandi, porose, segnate da spaccature, nere, bianche, omogenee o complesse.
Forse semplici da lanciare nel discorso, ma dure da ricevere per chi ascolta.
Ogni pietra lanciata, ogni parola detta porta con sé una storia fatta di emozioni, fatiche, coraggio, pensieri. Per quanto insignificante possa sembrare per noi, la parola come pietra ha un peso che, per forza di cose, consegniamo a chi la riceve. Un peso imprevisto, troppo pesante o troppo leggero, che può incrinare i cuori.
Perché allora non premurarci di spaccare le pietre a metà e mostrare sin da subito la bellezza che la loro condivisione porta con sé? Perché non provare a prendersi il tempo di dividerne il peso, facendo ogni parola a pezzetti per rendere quanto più chiaro possibile il messaggio e l’intenzione del nostro dire?
Perché non scegliere di allungare la mano e passare la pietra, invece di lanciarla in aria e stare poi a vedere le conseguenze del gesto?
Gesù, il popolo raccoglie pietre di paura, incredulità, timore, rabbia e incomprensione e si prepara a lanciarle contro di te. E tu, in silenzio, lasci il tempio.
In questi giorni che portano alla tua croce, donami la grazia di poter camminare al tuo fianco e da te imparare l’importanza delle parole chiare e vere e l’accoglienza silenziosa delle pietre che mi vengono lanciate.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale parola detta ti è risuonata come pietra?
Come hai reagito in quella occasione?
Quando, invece, tu hai lanciato pietre contro qualcuno per paura?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
30
Marzo
2023
Pietre come parole
commento di Gv 8,51-59, a cura di Martina Pampagnin