Ph. Melania Condò -
Una briciola di volontà pesa più di un quintale di giudizio e persuasione.
Arthur Schopenhauer
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 5,1-16)
Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando lʼacqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare. Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei allʼuomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è lʼuomo che ti ha detto: “Prendi e cammina?”». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quellʼuomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.
Mi lascio ispirare
Nel grande novero di infermi che riempie cinque portici, Gesù vede e si accorge di te. Guarda e conosce la tua storia, guarda e sa profondamente la consistenza e la durata del tuo dolore. Ti guarda e desidera restituirti tutta la libertà di scegliere. Ecco perché ti pone una domanda, apparentemente elementare (l’hai già sentita!), che pure ti suscita meraviglia. Sì, te la porti dentro da tanto, da sempre. Antica promessa. L’hai solo dimenticata. È l’interrogativo che ti ricorda di essere figlio amato, che ripristina la tua identità più vera: vuoi guarire? Desideri tornare protagonista della tua vita?
Rispondi che sì, vorresti… ma non puoi. Ogni volta che ci provi, qualcuno arriva prima, qualcosa fa saltare in aria l’antica promessa. Schiavitù radicata nel nostro modo di pensare – di pensarci –, frutto di sguardi non amanti ma adulatori sotto i quali abbiamo sostato a lungo. Se non c’è nessuno che ti aiuti a immergerti nell’acqua, che senso ha che tu voglia o meno guarire? A che serve volere?
È sempre l’inganno, non l’amante. L’amante ripete, forte, chiaro, con tenacia instancabile, che non occorre che qualcuno ti porti all’acqua: è sufficiente che tu ti riscopra vivo per arrivarci. Libero di guarire. Fiducioso che il Signore ricorderà quell’antica promessa, e, in nome di quella, pronuncerà una parola nuova sulla tua vita. È sufficiente – è sovrabbondante – ascoltarla.
«Alzati, prendi la tua barella e cammina». Gesù dice; e l’uomo, nella sua parola, può compiere.
Sei già guarito: non sei ancora arrivato a calarti nell’acqua, ma ti sei alzato, e il tuo primo passo è già segno di vita nuova. Gesù è con te, ma non ti segue, non appura che arrivi alla piscina: sa che, ora che sei in piedi, ci arriverai. Desidera che lo sappia a fondo anche tu. Che siate tu e l’acqua.
Ritroverai, poco dopo, Gesù nel tempio, lì dove ora puoi presentarti, ad affermare con gioia che sì, sei guarito. Custodisci la vita nuova, promessa che ha liberato la tua volontà!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Che nome darei alla schiavitù che oggi mi fa credere che “non posso”?
Qual è la piscina verso la quale serve che mi metta in moto?
In quali situazioni ho sperimentato la presenza discreta e liberante di Gesù, vicino ma un passo indietro rispetto al mio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
21
Marzo
2023
Vorrei; posso
commento di Gv 5,1-16, a cura di Melania Condò