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Tutti per uno e uno per tutti. Uniti noi resistiamo, divisi noi cadiamo.
Alexandre Dumas, I tre moschettieri
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 11,14-23)
In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde».
Mi lascio ispirare
Dividere, dire male del bene: proprio il lavorio del “cattivo spirito”. In questo caso è Gesù stesso che si rende conto di questa situazione: lui scaccia i demoni, restituisce la vita piena, la libertà, il senso di unità, ed ecco che c’è chi interpreta come segni di male ciò che Gesù compie, come opera demoniaca proprio quella liberazione dal male che è il cuore dell’attività di Gesù.
E allora è lui stesso che insiste sull’assurdità di tale lettura del suo operare: come può un regno essere diviso in se stesso (in questo caso quello di Beelzebul) e sussistere? Come può il male scacciare il male? Ma ecco quello che può fare, ed è ciò che Gesù denuncia: parlare male del bene compiuto.
Un’operazione – purtroppo – non estranea al cuore dell’uomo, talvolta. Invece di lodare quanto di bene viene compiuto, lo “sguardo cattivo” scorge intenzioni non buone. Se non si può fermare il bene, va comunque limitato, messo in dubbio, banalizzato.
Non capita forse così nelle diatribe anche fra noi cosiddetti credenti? Quando l’altro rischia di metterci in ombra, allora… invece di sforzarci di trovare Dio in tutte le cose, rischiamo di arrabattarci a trovare il male in ogni seme di bene. L’esatto contrario di quel regno di Dio che è già presente in Gesù e nelle nostre vite, oggi.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando mi è capitato di vedere il bene mortificato da uno “sguardo cattivo”?
In quale ambito della mia vita sento il bisogno di una maggiore unità?
Cosa può aiutarmi oggi a trovare Dio in tutte le cose, con sguardo limpido?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
16
Marzo
2023
Il senso di unità
commento di Lc 11,14-23, a cura di Lino Dan SJ