ph. Matteo Suffritti SJ -
Tutti abbiamo luce e oscurità dentro di noi. Ciò che conta è la parte su cui scegliamo di agire. Ecco chi siamo veramente.
J.K. Rowling, Harry Potter e l’Ordine della Fenice
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 11,29-32)
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
Mi lascio ispirare
Oggi le parole del Signore fanno riferimento a figure bibliche che senz’altro erano più presenti nell’immaginario dei suoi interlocutori che nel nostro. Usate per scuotere le tante persone che vengono verso di lui, oggi rischiano di scivolarci veloci o un po’ misteriose, senza sortire grandi effetti.
Il segno di Giona per gli abitanti di Ninive parlava al popolo d’Israele della promessa della misericordia strabordante di un Dio che non viene a condannare neppure gli acerrimi nemici, un Dio che fa il tifo fino in fondo perché ciascuno ritrovi il cammino della sua verità, la possibilità di relazioni rinnovate dalla giustizia. La conversione è possibile, anche se qualcuno che si crede “già giusto” potrebbe pensare che sia davvero troppo tardi per ricominciare.
La figura della regina del sud che si fa pellegrina fino a Gerusalemme ci parla del potere di attrazione della stella che si è posata tra le tende del popolo d’Israele, sapienza donata senza alcun merito previo, se non l’amore gratuito che invita ad amare allo stesso modo; sapienza fragile e viva, che può innestarsi in ogni cuore che si avventura nel santo viaggio.
Quelli che sembravano in un modo o nell’altro irrimediabilmente lontani, si sono alzati e hanno conosciuto il dono grande che ha trasformato la loro vita. E noi, di che segno abbiamo bisogno per fare il primo passo, per continuare il cammino?
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In cosa il mio cuore si è indurito, sta diventando malvagio, non crede più alla possibilità del cambiamento?
Quand’è stata l’ultima volta che mi sono messo in viaggio per cercare sapienza vera? Cosa avevo trovato? Cosa ricorda il mio cuore?
Quali sono i segni, le figure, le persone che mi stimolano a non fermarmi, a riprendere il cammino?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
1
Marzo
2023
Il segno più grande
commento di Lc 11,29-32, a cura di Matteo Suffritti SJ