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Quando il bambino dorme, la madre veglia. Proprio perché lui si abbandona a lei, lei è attenta e protesa; lui sembra aver rotto il contatto, quindi lei rinforza la comunicazione. È il bambino che ha generato in lei questa possibilità di essere così, sempre all’ascolto, sempre pronta; lei non deve far altro che seguire la sua natura di madre […] il Bambino Divino, fatto uomo, ci coinvolge nel suo stato di infanzia facendo di noi sue madri
Hans Urs von Balthasar, Dell’integrazione
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 17,20-25)
In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!». Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».
Mi lascio ispirare
C’è un seme nascosto sotto la terra. Tutto in lui e attorno a lui si sta trasformando, il movimento che lo porterà a morire e rinascere è ormai inarrestabile. Fuori, però, in superficie, non si vede niente. Ma il contadino sa dove il seme è caduto, e sa in che punto attendere i primi germogli. C’è un bambino che cresce nell’utero. Non ha ancora aperto gli occhi, nessuno l’ha mai visto, ma c’è. La madre lo sa benissimo, e ha già cominciato da tempo a parlargli, a conoscerlo, nell’attesa di poterlo stringere fra le braccia.
Noi cerchiamo il Signore negli eventi eclatanti, e ci arrabbiamo quando non lo troviamo; ogni volta che accade qualcosa a cui non riusciamo a dare un senso gli facciamo il processo, immaginandolo ancora come il re che dovrebbe regolare la storia. La verità, forse, è che ha scelto di rivelarsi nell’impotenza e nel silenzio, dentro le viscere più profonde della terra e dell’esperienza umana. Che siamo noi i contadini di questo lento seme di Regno, le madri di Cristo che dorme…
Preghiamo lo Spirito di educare il cuore a riconoscerlo nella bellezza vera, che è sempre discreta e riservata, che non si lascia possedere, per non lasciarci distrarre da tutti gli “eccolo qui” e gli “eccolo lá” che ci si affastellano davanti con la pretesa di indicare vie più facili e più veloci verso la Vita.
E preghiamo lo Spirito di educare i nostri occhi. Di salvarci dal falso spiritualismo di chi è concentratissimo su tutto ciò che accade dentro di sé nella preghiera, nei pensieri e nelle emozioni, ma poi non vede e non sente niente di quello che succede fuori. Chiediamogli di educarci a scrutare tutti i volti e tutti gli angoli della realtà, con l’attenzione di chi in ogni cosa cerca un “Cristo in gestazione”.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali sono gli “Eccolo qui/Eccolo là” ai quali abbocco più facilmente?
Cosa nel mio quotidiano mi sfugge? Chi non vedo?
Dove in me o attorno a me riconosco il Regno che cresce?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
10
Novembre
2022
Dentro le viscere dell’esperienza umana
commento di Lc 17,20-25, a cura di Harambet