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È un errore frequente misurare le cose
in base al denaro che costano.
Albert Einstein
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 20,1-16)
Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi”.
Mi lascio ispirare
Il padrone della nostra vigna esce di continuo: sembra che la sua occupazione più importante sia quella di incontrare le persone per le strade e sulle piazze per invitarle a lavorare nella propria vigna. Si tratta del lavoro del “custodire e coltivare” che caratterizza l’identità e la missione dell’uomo e della donna appena creati da Dio. Questo padrone, quindi, esce perché desidera ridarci la nostra vera identità, il posto più adatto a noi nel contesto delle relazioni con le creature e le cose.
Questa chiamata, a qualsiasi ora ci trovi pronti, ci dà dignità, ci attribuisce umanità e percezione del nostro essere “sensati” (di avere senso e di essere portatori di senso): questa chiamata/dono è di un valore inestimabile. La chiamata/dono della possibilità di lavorare nella vigna scombina le nostre logiche mercantili e utilitaristiche: il denaro dato a tutti, senza proporzionalità, sta ad indicare una ricompensa che va oltre la paga che mi spetta di diritto. Si tratta della comunione con il Signore, della collaborazione con la sua opera di creazione continua che diventa comunione con chi mi lavora a fianco: altri valori che non possono essere monetizzati.
In definitiva si tratta dell’essere ridato a me stesso nella giustezza/giustizia del mio essere più intimo e vero: per questo il denaro è dato a tutti, perché tutti possono ritrovare se stessi nel lavorare per quel padrone che è buono.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa ti aiuta a pensare al tuo lavoro, alla tua vocazione o alla fatica operosa che vivi quotidianamente come qualcosa che ti ridona dignità?
Il Vangelo oggi sembra voler dire “non è mai troppo tardi”: che ne pensi?
Come vivi la vicinanza e il confronto con chi ti sta accanto e vive/lavora/risponde alla chiamata del Signore assieme a te?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
17
Agosto
2022
Non quantificabile, inestimabile!
commento di Mt 20,1-16, a cura di Andrea Piccolo SJ