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“Le persone so’ complesse: hanno lati che non conosci, hanno comportamenti mossi da ragioni intime e insondabili dall’esterno. Noi vediamo solo un pezzetto piccolissimo di quello che c’hanno dentro e fuori. E da soli non spostiamo quasi niente. Siamo fili d’erba, ti ricordi?”
“Annamo a pija un gelato?”
Zerocalcare, Strappare lungo i bordi
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 11,1-13)
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: “Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione”». Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».
Mi lascio ispirare
Viviamo oggi in un tempo in cui la sola idea di chiedere aiuto viene vista come un sintomo di debolezza e fragilità. Per evitare di sembrare deboli non chiediamo più, cerchiamo di fare tutto da soli, ci portiamo da soli il peso delle nostre esistenze come una pena da scontare per un reato non commesso.
E così ci chiudiamo in noi stessi, perché è più facile farsi vedere come delle fortezze inespugnabili, perché alla fine chi si fermerebbe così tanto a lungo nel guardare quella cinta muraria che abbiamo costruito, per farci accorgere che è sempre stato lì e non si è mosso neanche di un centimetro?
L’Amico per eccellenza, Gesù, o chi considera l’amicizia un sentimento così forte da essere capace di attendere i nostri tempi, i nostri demoni interiori, i tormenti, le tempeste, che ti chiude porte in faccia facendo un gran rumore, per lasciarle ancora più aperte.
La bellezza dell’apertura di quella porta sta proprio in questo, ci fa accorgere che anche se facciamo di tutto per rimanere soli, alla fine non riusciremo mai a esserlo in nessuna parte del nostro cuore.
E non importa come chiediamo di essere aiutati, a volte basta un messaggio con scritto «ci sei?» o una preghiera in mezzo a un bosco per annullare chilometri, anni, pianti, incomprensioni, per donare e perdonarci per essere stati così tanto tempo distanti.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale è il timore che ti porta a non aprirti all’altro?
Come fai a chiedere aiuto?
Come puoi far entrare Dio nella tua chiusura?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
24
Luglio
2022
Io sono qui
commento di Lc 11,1-13, a cura di Ester Antonia Cozzolino