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La sfida della leadership è di essere forte, ma non brutale; gentile, ma non debole; temerario ma non prepotente; riflessivo, ma non pigro; umile, ma non timido; fiero, ma non arrogante; dotato di umorismo; ma senza follia.
Jim Rohn
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 11,20-24)
In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».
Mi lascio ispirare
Ogni volta che qualcuno si esprime con parole dure con noi, la tentazione principale è quella di reagire mettendoci sulla difensiva. Così le parole che Gesù ci porta oggi non ci portano uno stato di quiete e serenità, ma uno di tensione.
Gesù è un magnete per la nostra attenzione e per quella dei discepoli. Lui è il leader, i suoi umori influenzano i nostri, le sue parole hanno il potere di impattare sul nostro stato d’animo.
Se osserviamo più attentamente, se cerchiamo di guardare senza chiuderci, cercando di capire cosa vuole dirci, riusciamo a leggere tra le righe che il fine di Gesù non è semplicemente criticare chi ha disatteso le sue aspettative. Non è un discorso di buoni e di cattivi, di cosa deve accadere e cosa non deve accadere.
Sòdoma e Gomorra, tanto empie, sono comunque perfettamente in grado di convertirsi. E città giuste sono perfettamente in grado di perdersi, di chiudersi, di non vedere la Vita che gli passa attraverso.
Dio vuole guidarci alla nostra piena realizzazione, ma come ogni leader efficace, adattandosi di volta in volta alle circostanze, ogni tanto deve utilizzare uno stile più duro.
E noi, saremo sopraffatti dalle emozioni, oppure riusciremo ad accogliere il messaggio e trarne il bene che porta?
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali emozioni ti provocano le parole dure di Gesù? Quali emozioni ti provocano le critiche dirette dei leader nella tua squadra (al lavoro, in attività sportive, in attività collettive)?
Quali sono, secondo te, i motivi che li spingono a queste parole dure? A quale fine sono mossi?
Con questa consapevolezza, come cambiano i tuoi sentimenti rispetto alle loro parole e ai loro modi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
12
Luglio
2022
Lo stile giusto al momento giusto
commento di Mt 11,20-24, a cura di Ettore Di Micco