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Chi cerca perle deve tuffarsi in profondità.
John Dryden
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 19,27-29)
In quel tempo, Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».
Mi lascio ispirare
La domanda che fa Pietro è legittima ed esprime la paura che si vive nel rinunciare ad alcune certezze nel momento in cui si decide di affidare la propria vita al Signore Gesù. Non è scontato rinunciare a ciò che possediamo o a ciò che abbiamo costruito con impegno, affidando le redini della nostra vita alla sua persona e alle sue promesse future.
Che ce ne viene in tasca a lasciare beni, relazioni importanti, punti di riferimento abituali? Cosa guadagniamo ad abbandonare schemi mentali (quelli del mondo), a essere giudicati folli nel lasciare dietro le spalle un’attività ben avviata, una carriera brillante, anni di studio e di specializzazione in un determinato ambito, competenze, esperienze? Che hai da offrirci Signore Gesù?
La risposta data a Pietro non ci rassicura e forse disorienta consegnandoci un’immagine statica: “siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele”.
Penso ai dodici scelti da Gesù, li contemplo e guardo le loro caratteristiche: ci sono uno zelota e un ex esattore delle tasse, una manciata di pescatori (alcuni giovani, altri piuttosto attempati), due soprannominati “figli del tuono”, alcuni della Galilea altri giudei, coppie di fratelli o amici e altri chiamati singolarmente, sposati e singles.
A tutti loro Gesù consegna la stessa promessa: sarete voi a giudicare la terra! Come a dire che la loro umanità, alla sequela del Signore, verrà poco per volta trasformata, modellata sulla sua umanità. Saranno capaci di comprendere e di entrare nelle esperienze altrui, acquisteranno saggezza di fronte a chiunque e saranno simili a Gesù, nella capacità di discernimento e di giudizio.
La promessa, che inizia a realizzarsi da subito è quella di una vita piena ed eterna, ricca di relazioni e di esperienze. Inevitabile sentire alla fine di questa contemplazione una domanda chiara che Gesù rivolge a ciascuno di noi: e tu riesci a rinunciare a questa promessa?
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quali situazioni vorresti chiedere al Signore “che ci guadagno?” Cosa ti frena dal seguirlo?
Quale guadagno hai sperimentato fino ad oggi desiderando di seguire il Signore?
Cosa ti attira della proposta di Gesù oggi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
11
Luglio
2022
Che ci guadagno?
commento di Mt 19,27-29, a cura di Lorena Armiento s.a.