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Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c’è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi era entrato.
Haruki Murakami
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 8,23-27)
In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva. Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.
Mi lascio ispirare
Proprio in questi giorni mi è capitato di parlare con una persona che ha molta esperienza di navigazione, e mi diceva che gli specchi d’acqua circondati dalla terra ferma e da colline o montagne hanno la caratteristica di diventare molto mossi in poco tempo. Non sorprende quindi leggere che i discepoli e Gesù si trovino in questa situazione. Magari sono partiti con il vento sufficiente a navigare fino all’altra sponda del lago, e dopo poco si sono trovati in questa situazione pericolosa.
Ma, al di là delle considerazioni meteorologiche, ci troviamo in una tempesta: è uno sconvolgimento della natura, la rottura dei limiti imposti dal Padre agli elementi perché non fossero dannosi agli uomini. Infatti adesso l’acqua non sta più solo sotto, ma è anche sopra la barca. La scena richiama il diluvio universale, con una barca che resiste nel caos più totale, e come in quel racconto quella barca è un segno di speranza. I discepoli si sentono perduti, eppure sia l’arca del diluvio universale che la barca di Gesù ci dicono che negli sconvolgimenti più grandi qualcosa che si salva c’è sempre, che non è vero che siamo perduti.
La promessa di Dio forse non è che non manderà più diluvi o catastrofi naturali (che infatti abbiamo spesso), ma che anche in questi casi rimane la promessa che non ne saremo schiacciati. C’è sempre un’arca.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale catastrofe ti ha fatto temere per la tua vita?
Quale segno di speranza ti ha tratto in salvo?
Quale promessa senti oggi per te?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
28
Giugno
2022
Un segno di speranza
commento di Mt 8,23-27, a cura di Leonardo Vezzani SJ