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Ti amavo. Ti amo. Ti amerò. Non basta la carne per nascere. Occorre anche questa parola.
Christian Bobin
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 13,31-33a.34-35)
Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
Mi lascio ispirare
Ora, questa gloria, la gloria della Croce, è per l’uomo, è per Giuda che esce nella notte, che è fuori dalla comunione. È per me quando mento, tradisco, inganno, mi difendo, attacco, mi sento fuori posto proprio lì dove dovrei sentirmi a casa, tra i miei amici, i miei compagni. Fuori posto nella vita, perso.
Perché Gesù parla come se tutto questo fosse già avvenuto? Non è ancora stato messo in croce, eppure parla come se avesse già dato la vita per tutti noi. Tutta la sua vita è stata un donarsi, un consegnarsi a noi, con le parole, con i gesti, con uno sguardo fissato su di noi. Questo è quello che resterà di Lui? Come i discepoli, ci chiediamo cosa abbiamo imparato. Gesù sta per andare incontro alla morte e si preoccupa di mostrarci la strada da seguire per ricongiungerci con Lui, una chiave per non fermarci a questa esperienza del tradimento subito o inferto, della sofferenza, della morte.
Se qualcuno ti dicesse “Io so soltanto amarti”, senza pretendere nulla, come cambierebbe la tua vita? Giuda non comprende che questa parola è anche per lui, proprio lì dove si trova, è fatta per raggiungerlo, per colmare la distanza. Questa parola d’amore che ci mette alla vita è la Croce, il “come” di Dio. Non si può descrivere la gratuità in un altro modo.
Ti ritroveremo, Signore, in questo amore. Quello che saremo capaci di ricevere e di offrire senza una contropartita. Che ci aiuta a restituirci l’un l’altro alla nostra dignità di figli. Prendi i nostri goffi tentativi di pronunciarla questa Parola, tutti i nostri errori di traduzione, e aiutaci Tu a farne vita.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quali momenti della tua vita hai sperimentato la gratuità?
Cosa hai imparato dalle parole d’amore che hai ascoltato?
Come pronunciare questo “dare la vita” per i tuoi fratelli?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
15
Maggio
2022
So soltanto amarti
commento di Gv 13,31-33a.34-35, a cura di Caterina Bruno