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Vedesti un uomo in fondo alla valle
che aveva il tuo stesso identico umore
ma la divisa di un altro colore.
Fabrizio De André, La guerra di Piero
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 5,43-48)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Mi lascio ispirare
Il Signore ci invita a un amore pieno, anche verso chi è nostro nemico, che ci fa del male in vari modi… Questo amore però non è un amore banale, infantile. Non significa voler bene o, peggio, fare finta di non vedere questo male. Quello che ci propone qui Gesù non è un amore affettivo: sarebbe innaturale provare affetto per chi mi fa del male. Ciò che è naturale è odiarlo.
Sono state spese molte parole su questo comandamento dell’amore al nemico, ma le nostre sole possibilità umane purtroppo da sole non ci consentono di comprenderlo. Gesù non nega quella che è l’inclinazione umana, ma ci mostra una prospettiva che va più in là. Il comandamento dell’amore al nemico è comprensibile solo nell’ottica di fede, di riconoscerci fratelli figli di un unico Padre. Fede che comunque non nega la ragione.
Ci sono a volte ferite e inimicizie che alzano muri importanti fra le persone e non è così facile poi superare questi muri. Il Signore certamente non è un illuso e non propone un mondo idilliaco che non può esistere. Però anche nelle situazioni più contorte riconoscere che, in fondo, il mio nemico non è un mostro ma un uomo come me apre una possibilità che mi invita a cercare una strada, una possibile ricostruzione.
Questa speranza, questo lasciare aperta la porta al perdono a dispetto di tutto è già un amore profondo. Abbandonare le armi dell’odio non è impossibile e, nella pazienza, l’amore può costruire e ri-costruire molto.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali situazioni di relazioni ferite conosco che desidero mettere di fronte al Signore?
Per quali situazioni di perdono e riconciliazione cui sento di poter ringraziare il Signore?
Quali persone, che sento nemiche, affido oggi al Signore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
12
Marzo
2022
Un amore (im)possibile
commento di Mt 5,43-48, a cura di Daniele Ferron