- Pablo Picasso, Ragazza davanti allo specchio (particolare)
La sofferenza e il dolore sono sempre doverosi per una coscienza vasta e per un cuore profondo.
Fëdor Dostoevskij
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 9,14-29)
In quel tempo, [Gesù, Pietro, Giacomo e Giovanni, scesero dal monte] e arrivando presso i discepoli, videro attorno a loro molta folla e alcuni scribi che discutevano con loro. E subito tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. Ed egli li interrogò: «Di che cosa discutete con loro?». E dalla folla uno gli rispose: «Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto. Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». Egli allora disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me». E glielo portarono. Alla vista di Gesù, subito lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava schiumando. Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall’infanzia; anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci». Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede». Il padre del fanciullo rispose subito ad alta voce: «Credo; aiuta la mia incredulità!». Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito impuro dicendogli: «Spirito muto e sordo, io ti ordino, esci da lui e non vi rientrare più». Gridando, e scuotendolo fortemente, uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: «È morto». Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare ed egli stette in piedi. Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli disse loro: «Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera».
Mi lascio ispirare
Sarà stata una vita piena di sofferenza quella di questo padre che si prendeva di sicuro amorevolmente cura del figlio, che avrà provato molto dolore rischiando anche più volte di morire. Un genitore che fa i conti con il dolore del figlio, soffre tanto quanto lui. Lo sa bene Maria presso la croce, ma lo sanno bene anche tantissimi genitori di figli che oggi soffrono la malattia, la fame, la guerra. Ma lo sanno pure quei figli che si prendono cura dei genitori anziani, i parenti di persone che vivono situazioni difficoltose, e così via… Può prevalere, a un certo punto, quel sentimento di impotenza che ha il sapore amaro della resa – e il lume della speranza tremola rischiando di spegnersi.
La richiesta d’aiuto di questo papà a Gesù, infatti, non riguarda solo il figlio: egli chiede aiuto anche per sé, resosi conto probabilmente di star per perdere la speranza. Ha capito che quello che c’è da fare è proprio riconoscere di non poter far nulla da solo: “abbi pietà di noi e aiutaci”. Questo è un insegnamento anche per gli apostoli.
Ma la speranza non è totalmente persa, c’è sempre una fiammella che può essere ravvivata, e da qui emerge una delle più belle professioni di fede: “Credo; aiuta la mia incredulità!”. Sa di avere a che fare con qualcosa che va al di là del proprio controllo e dà prova di uno slancio di fede, “subito” e “ad alta voce” si affida totalmente. Riconoscendo i propri limiti compie un atto d’amore e sembra quasi dire: Signore io sono questo, un credente abitato dall’incredulità, affido la mia povertà a te, tutta la mia libertà, tutto il mio dolore, perché nella comunione con te so di poter essere salvato.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quali occasioni mi sono riconosciuto impotente?
Quale ostacolo mette alla prova la speranza nella mia vita?
Quale situazione nella mia vita richiede una risposta “subito” e “ad alta voce”?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
21
Febbraio
2022
Aiutati nell’incredulità
commento di Mc 9,14-29, a cura di Marco Ruggiero