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Napule è ‘nu paese curioso
è ‘nu teatro antico, sempre apierto.
Ca nasce gente ca senza cuncierto
scenne p’ ‘e strate e sape recità.
Eduardo De Filippo
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 3,20-21)
In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé».
Mi lascio ispirare
Per andare a prenderlo. Il modo di relazionarmi a Dio è uno specchio in cui vedo riflessi i tratti che caratterizzano i rapporti con le persone attorno a me, e viceversa: le relazioni con le persone care o nemiche riflettono qualcosa del rapporto con il Signore. Sono due facce della stessa medaglia della mia esistenza di persona collocata sempre all’interno di una rete di legami.
I suoi vogliono prendere Gesù. È il bivio di fronte al quale mi trovo: possedere, rischiando di soffocare nella stretta delle mie mani e delle mie idee chi vive accanto a me; oppure lasciar essere e scoprire che la relazione è il luogo del decentramento dove l’altra o l’altro non coincide con l’idea che mi sono costruito, lasciar essere e scoprire che la persona accanto a me respira secondo un ritmo differente dal mio.
È fuori di sé. Gesù è giudicato pazzo. La vita alcune volte somiglia a una comoda poltrona sulla quale sedere e distendersi. La vita altre volte, invece, somiglia a un luogo immerso nella penombra: lì muovo un passo alla volta senza la garanzia di scorgere l’intero sentiero.
In questo secondo caso, sono chiamato a prendere posizione e si dispiega di fronte a me un altro bivio: o la decisione conveniente, il quieto vivere, fatto di parole a metà e di lunghi silenzi; oppure la presa di posizione, armata della consapevolezza che non possiedo la ricetta della verità ultima della situazione che abito, eppure posso comprendere e scegliere di espormi per una ragione di cui sperimento la dignità.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali tratti caratterizzano la relazione con Dio e con le persone intorno a me?
Che cosa le relazioni con le persone intorno a me mi permettono di capire della relazione con Dio?
Quali sono le ragioni per cui, in una data situazione che mi ha chiamato a decidermi, mi sono esposto?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
22
Gennaio
2022
Coraggio, decidi!
commento di Mc 3,20-21, a cura di Carmine Carano SJ