Ph. Matteo Suffritti SJ -
Un uomo senza sogni, senza utopie, senza ideali, sarebbe un mostruoso animale, un cinghiale laureato in matematica pura.
Fabrizio De André
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 2,23-28)
In quel tempo, di sabato Gesù passava tra i campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. I farisei gli dicevano: “Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?”. Ed egli rispose loro: “Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!”. E diceva loro: “Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato”.
Mi lascio ispirare
Da un lato la voglia tutta umana di non sollevare troppo rumore o sconcerto, dall’altro l’urgenza della fame personale e del fratello più fragile; ancora, il gusto fresco di affermare con coraggio, con libertà, qualcosa che si è capito e che oggi si impone in modo nuovo. Il cammino del discepolo di Gesù non è mai stato esente da inciampi, da commenti e da critiche.
Passare in mezzo alla creazione con una certa consapevolezza umile, gioiosa, di essere amici del signore della creazione. Per il discepolo del Signore le questioni sembrano giocarsi su un altro piano. Nell’ascoltare e nel rispondere ai bisogni legittimi non basta la rigida osservanza a una legge antica, non basta la paura di infrangere un ordine di priorità astratto. I discepoli del Signore apprendono come fare nelle cose grandi e in quelle piccole guardando lui, ascoltandolo oggi: la viva legge dell’amore, che emenda e commenta ogni altra sapiente legge e regolamento.
Che cosa salva? Che cosa fa la differenza? Per il discepolo di Gesù, consapevole di essere peccatore amato, amico perdonato, la differenza la fa la sua presenza, la sua parola.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Il Signore non si sottrae al confronto con i farisei e con i loro borbottii. Di cosa posso lasciar parlare il fariseo che è in me con Gesù?
Il Signore prende sul serio i miei bisogni, la fame dei suoi amici: in che modo lo sta facendo ora?
Quando ho sentito che la presenza del Signore al mio, al nostro fianco, ha cambiato tutto?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
18
Gennaio
2022
Al passo dell’amico
commento di Mc 2,23-28, a cura di Matteo Suffritti SJ